9 marzo 2011 ore: 11:29
Società

Svolta per i filippini in Italia: eliminato il “nome di mezzo”

Il cognome materno, previsto nel paese asiatico tra il nome proprio e il cognome paterno, aveva creato finora numerosi problemi alla comunità di immigrati. Una nuova disposizione consente ora di cancellarlo dai documenti
Roberto Arcari/Contrasto Filippine in Italia

Filippine in Italia

ROMA - L’incomprensione tra culture può provocare danni, al punto da divenire causa della menomazione dell’integrità anagrafica di un gruppo di persone. È quanto è accaduto in questi anni alla comunità filippina in Italia, privata del cognome materno, il “nome di mezzo”, che secondo il codice civile filippino si interpone tra il nome proprio della persona e il cognome paterno.
Un elemento fondamentale nella definizione dell’identità, in una società matriarcale come quella filippina. Ma evidentemente non compreso dalle autorità italiane, che nel trascrivere i dati anagrafici dei cittadini filippini dal passaporto ai documenti italiani, hanno finora creato un vero e proprio caos. In certi casi associando il “nome di mezzo” al nome proprio, in altri al cognome della persona, determinando una confusione anagrafica che ha avuto conseguenze nefaste. Soprattutto al momento del rinnovo del permesso di soggiorno o nelle pratiche per ottenere il ricongiungimento familiare.
Fino a spingere l’Ambasciata della Repubblica delle Filippine a richiedere che tutte le questure seguissero un criterio unico nella composizione del quadro anagrafico. Semplicemente eliminando il “nome di mezzo”.
 
Nell’ottobre 2010 così il ministero dell’Interno ha emesso la circolare numero 29, che prevedeva che tutti i filippini, una volta in Italia, adottassero la formula anagrafica del paese ospite, con il solo nome proprio seguito dal cognome paterno. Costringendo i nuovi cittadini a richiedere un documento consolare per certificare che, seppure con generalità diverse, passaporto e documenti italiani si riferivano sempre alla stessa persona. Il tutto con una spesa, a carico dei filippini, di 14 euro e 65 centesimi di marca da bollo per autenticare il documento.
A seguito delle vivaci proteste delle ultime settimane e grazie alla collaborazione tra istituzioni ed esponenti della comunità filippina però, il ministero ha emendato la circolare 29 attraverso la successiva numero 4 del 24 gennaio 2011. Secondo la nuova disposizione, i filippini che già recano il “nome di mezzo” sul permesso di soggiorno potranno conservarlo anche presso l’anagrafe italiana.
Invece, i cittadini ai quali la questura rilascerà un titolo di soggiorno sprovvisto di “nome di mezzo”, ma in possesso di un documento di identità italiano completo anche del cognome materno, dovranno recarsi presso il comune di residenza per richiedere un nuovo documento senza “nome di mezzo”. Sarà cura dell’ufficio dell’anagrafe in questo caso certificare che le generalità registrate in anagrafe prima e dopo la modifica si riferiscono sempre alla stessa persona. Con una spesa di soli 60 centesimi per il cittadino filippino. (Silvia Lanzano)
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