I "cento passi" di Peppino Impastato, Cisco: "Nacque così"
Peppino Impastato
Roma - "Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi". Una strofa semplice. Eppure capace di entrare nella storia della musica, di 'dire' la sua in un contesto cosi' difficile com'e' quello della lotta alla mafia, di fare da 'colonna sonora' alle piazze che si riempiono di tutti quelli che hanno qualcosa da dire per provare a migliorare la vita, la loro, di tutti.
"Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi" e' il ritornello di 'Cento Passi', la canzone scritta dai Modena City Ramblers di Stefano 'Cisco' Bellotti (oggi non e' piu' il cantante della band). Una canzone "che e' gia' dentro il film", su una storia "che non conoscevo" ma che per forza ha imparato ad amare.
A 37 anni dalla morte di Peppino Impastato, a questo si ispirano l'omonimo film e la canzone, Cisco racconta la 'sua' Cento Passi all'agenzia DIRE. Un racconto appassionato, quasi commosso. "Non conoscevo la storia di Peppino- ricorda- Sono andato al cinema a vedere il film, e ne sono rimasto colpito, anche dalla storia di Peppino. E poi questi fili che si collegano, la morte di Peppino e il ritrovamento del corpo di Aldo Moro... Ricordo che uscito dal cinema, avevo questa voglia di scrivere la canzone. In testa mi girava la frase dei passi- dice ancora all'agenzia DIRE- E sono partito con quella frase, quella che Lo Cascio dice nel film. Ho preso spunto a piene mani dal film, noi ci abbiamo messo la musica".
La canzone, sottolinea Cisco, "e' uno dei pezzi che mi soddisfa fare dal vivo" ed e' diventata "un patrimonio culturale comune, i ragazzi la cantano nelle manifestazioni, e' andata oltre a chi l'ha fatta e chi l'ha scritta. Cosa c'e' di piu' bello che scrivere canzoni che restano alla gente?".
DIREGIOVANI) Roma, 8 mag. - In passato Cisco e' stato proprio a Cinisi, la citta' di Peppino: "Ho avuto la fortuna di andarci, c'erano i protagonisti del film, c'erano Lo Cascio e il regista Marco Tullio Giordana. Ricordo che sul momento non mi avevano 'inquadrato', poi quando sono salito sul palco e intonato la canzone, da solo con un tamburo, mi hanno riconosciuto. Giordana mi disse che la canzone aveva contribuito a fare la fortuna del film e molti pensano che e' la colonna sonora. Ma non e' cosi', il film e' uscito prima". La storia di Peppino "per me e' una storia di vittoria, ha avuto una fine tragica, e' vero, ma i mandanti sono stati catturati, la casa di Badalamenti e' diventata un museo sulla lotta alla mafia. Oggi la gente ricorda la sua storia, il suo sacrificio e' stato esemplare. Possiamo raccontarla come una storia di vittoria soprattutto ai giovani, che in modo disinteressato pensano che nella vita ci si debba occupare di altro".
Cisco, oggi, vorrebbe vivere "in un paese civile, dove la gente normale prende di petto certe situazioni. Ma anche se l'Italia non e' cosi', ogni giorno ci sono pero' tanti piccoli 'Peppino Impastato', che lottando non si piegano davanti alla ingiustizie, anche piu' piccole, davanti ai soprusi. L'Italia e' piena di queste storie. Prendiamo la storia del giornalista Sandro Ruotolo, assurdo". E poi l'esempio di Ercolano, quella Radio Siani, la web radio della legalita' "che e' una realta' molto bella, dovremmo sempre avere a che fare con queste storie, non bisogna voltarsi dall'altra parte".
Anni fa l'ex cantante dei MCR ha incontrato Felicia, la mamma di Peppino, morta nel 2004: "Ero emozionatissimo, lei era una donna di grande dignita'. Fu un incontro speciale, una volta saputo chi eravamo ci volle ringraziare. La lotta e la memoria di Peppino Impastato vanno avanti anche grazie alla mamma". (DIRE)