11 ottobre 2007 ore: 12:12
Immigrazione

Intolleranza e discriminazione pesano sull'Italia. Il rapporto dell'Enar

Migranti, richiedenti asilo, rifugiati e rom i gruppi più colpiti: stanno peggio le donne. Casa e lavoro fanno registrare il maggior numero di episodi di razzismo. Premiato il governo di centro-sinistra: ''chiara inversione di tendenza''
Logo - Contro razzismo Unione Europea

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ROMA - Il rapporto Enar 2006 "Shadow Report” sul razzismo in Italia non fa sconti: intolleranza e discriminazioni sono “ancora uno dei principali problemi che migranti, richiedenti asilo, rifugiati, rom e sinti devono affrontare in vari settori della vita pubblica”. Tuttavia gli osservatori registrano “una chiara inversione di tendenza nell’approccio” dell’attuale governo di centro-sinistra rispetto a quella di centro-destra, che “includeva anche il partito xenofobo della Lega Nord”. Un cambiamento politicamente molto rilevante secondo gli osservatori è stato il ritiro delle riserve presentate dall’Italia in merito alla Decisione Quadro del Consiglio sulla lotta al razzismo, che nel 2002 non era stata adottata proprio a causa dell’opposizione del Governo italiano. Pesano positivamente la nuova proposta di riforma della legge sulla cittadinanza ha come obiettivo quello di abbattere le barriere all’accesso alla cittadinanza per tutti i cittadini stranieri e, in particolare, per i bambini nati in Italia da genitori non italiani o che, pur essendo nati all’estero, sono arrivati in Italia molto piccoli. Altrettanto importante è giudicata la creazione di un Tavolo Interministeriale su rom, sinti e camminanti e di una Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale. Atti di indirizzo significativi, ma che al momento non hanno ancora determinato efficaci cambiamenti nella qualità della vita delle persone. Non passano inosservate la riforma della Bossi-Fini e un nuovo approccio rispetto ai Cpt.

Restano, tra i gruppi maggiormente colpiti, ancora le popolazioni rom e sinte, i richiedenti asilo ed i rifugiati, i musulmani con cittadinanza italiana e non, gli immigrati provenienti dai paesi del Maghreb e dall’Africa Sub-Sahariana. E, all’interno di questi gruppi, la situazione delle donne e dei minori è peggiorata rispetto allo scorso anno. Nel mercato del lavoro, il rapporto dimostra che i gruppi più vulnerabili sono rimasti relegati negli impieghi più pesanti, precari e meno specializzati e che gli stipendi medi sono rimasti ben al di sotto di quelli della maggioranza dei lavoratori. Il rapporto denuncia inoltre l’alto tasso di incidenti sul lavoro, che “sembra essere strettamente correlato alle condizioni di lavoro e ai bassi livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro”. La maggior parte delle donne immigrate sono ancora impiegate nel lavoro di cura con salari molto bassi, senza che vengano presi minimamente in considerazione i loro titoli di studio. E accanto a questo, è il settore degli alloggi che ha fatto registrare il maggior numero di casi di discriminazione denunciati al numero verde dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Anche nell’istruzione l’Italia arretra: persistono, secondo il rapporto,  i bassi tassi di successo scolastico degli alunni non italiani in tutti i livelli di scuola, uniti alla pratica diffusa di inserire i/le bambini/e stranieri appena arrivati in Italia in classi inferiori rispetto alla loro età anagrafica e al livello raggiunto nella scuola del paese d’origine. Sotto accusa anche i media che “in numerose occasioni i media a larga diffusione abbiano diffuso un’immagine negativa e distorta degli immigrati, dei rifugiati e dei rom, trasformandoli in capri espiatori per numerosi problemi sociali, inclusa la percezione di insicurezza diffusa in alcuni contesti urbani”. (vedi lanci successivi)

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