Lavoro nero: sette cooperative via dall'Ortomercato di Milano
Sogemi Ortomercato Milano
Le cooperative estromesse coinvolgevano 105 lavoratori, italiani e stranieri. In seguito a un accordo sottoscritto il 28 gennaio con la direzione provinciale per il lavoro, le organizzazioni sindacali, Legacoop e le associazioni dei grossisti ortofrutticoli, Sogemi ha effettuato una verifica a campione su questi lavoratori, riscontrando situazioni di contributi non pagati e di irregolarità. Il passo successivo era convincerli ad andare all'Inps per verificare la loro posizione, ma qui si è incagliato tutto, nel sospetto che i loro capi li abbiano minacciati.
“Buona parte di queste persone erano venute al sindacato per informarsi, poi hanno fatto un'assemblea e, di fatto, sono quasi tutti scomparsi -dice Vincenzo Mazzeo, coordinatore del dipartimento merci Filt-Cgil-. Solo una minima parte siamo riusciti a farli riassorbire nella cooperativa in regola che lavora all'ortomercato. Gli altri, di fatto, è come se non ci fossero più: non sappiamo dove siano andati a lavorare. Siamo preoccupati perché non siamo riusciti a convincerli a fare un percorso di riassunzione”.
“Nei prossimi due anni verranno inaugurati i lavori di ristrutturazione della struttura dell'Ortomercato (vedi lancio nel notiziario di venerdì 18 marzo), per mettere in sicurezza la struttura e dotarla di impianti più moderni, come nuove celle frigorifere. Avvieremo inoltre un percorso condiviso per promuovere la legalità all'interno delle ortomercato -dice Ettore Montagna, segretario del dipartimento merci Filt-Cisl-. Siamo grati a Predeval, che sta portando avanti un percorso condiviso di rinnovamento all'interno di questa struttura. In questo senso, anche il nuovo Osservatorio sociale mafie è utile, perché coinvolge anche l'esterno nel monitoraggio e aumenta il livello di protezione per chi deve lavorare qui”.
“Con questo Osservatorio dobbiamo ridare autonomia a un'antimafia di tipo sociale, capace di elaborare una proposta che inchiodi la politica alle sue responsabilità -ha detto Francesco Forgione, già presidente della commissione parlamentare antimafia-. Quando si arriva all'omertà degli imprenditori, a cui ha fatto riferimento il giudice Ilda Boccassini nel luglio 2010, vuol dire che un modello mafioso si è inserito in questa città: l'ortomercato è il luogo simbolo dell'infiltrazione della 'ndrangheta nel Nord Italia e la politica comunale per anni ha fatto finta di non vedere quello che succedeva qui, ma invece occorre intervenire”. Forgione ha poi aggiunto che occorre rivedere il sistema degli appalti al massimo ribasso. Gli ha fatto eco il segretario generale della Cgil Milano, Onorio Rosati: “Pur di lavorare c'è gente disposta a lavorare con salari più bassi del 10-20 per cento, legati al meccanismo del subappalto”. (is/ar)