Liberati 3 detenuti a Guantanamo, Amnesty: ancora 15 nel carcere
Dopo 18 anni di reclusione, hanno lasciato il carcere militare di Guantanamo due cittadini della Malesia, accusati degli attentati terroristici a Bali del 2002. Lo hanno confermato l'agenzia di stampa malese Bernama, riferendo che sono già rientrati nel Paese nella serata di ieri. Si tratta di Mohammed Farik bin Amin e Mohammed Nazir bin Lep.
L'ispettore generale della polizia Razarudin Husain ha detto che sono arrivati "in buone condizioni di salute" e "felici" di riabbracciare i propri cari. Husain ha aggiunto che ora i due uomini saranno inseriti in un programma di "riabilitazione completa" e poi sottoposti a una valutazione, prima di essere progressivamente reintegrati nella società, evidenziando che "tutti meritano una seconda possibilità".
Il Pentagono riporta che il rilascio di Bin Amin e Bin Lep è seguito all'atteggiamento collaborativo dei due uomini, che si sono dichiarati colpevoli di una serie di attentati il 12 ottobre 2002 in un'area turistica di Bali, dove persero la vita 202 persone. A organizzarlo, il movimento fondamentalista Jema'a Islamiya. I due avrebbero dato testimonianze utili alle indagini contro Encep Nurjaman 'Hambali', il presunto organizzatore degli attentati di Bali e al Marriott Hotel di Jakarta del 2003, a sua volta a Guantanamo, e il cui processo è ancora alle fasi preliminari.
Di recente le autorità statunitensi hanno rilasciato anche un cittadino keniano, Mohammed Abdul Malik Bajabu, detenuto a Guantanamo da 17 anni, poiché ritenuto affiliato al movimento terrorista Al-Qaeda.
Il rilascio dei tre prigionieri è stata accolta come una notizia "molto positiva, ma non sufficiente" da Amnesty International, organizzazione da sempre critica verso la gestione del carcere in territorio extra statunitense, dove ad oggi "restano ancora 15 uomini che non sono mai stati accusati di alcun crimine e che sono stati autorizzati dalle agenzie di sicurezza statunitensi a lasciare Guantanamo da tempo, alcuni da più di un decennio". A dichiararlo, Daphne Eviatar di Amnesty International Usa, che ha fatto poi direttamente appello al presidente uscente: "Biden deve trasferire questi uomini prima di lasciare l'incarico, altrimenti continuerà a essere ritenuto responsabile dell'abominevole pratica della detenzione a tempo indeterminato senza accusa o processo da parte del governo degli Stati Uniti", ha concluso la responsabile. (DIRE)