11 novembre 2013 ore: 13:11
Economia

Povertà, Gori: "Sul reddito di cittadinanza il M5S sbaglia mira"

Per il coordinatore del tavolo tecnico dell'Alleanza l'obiettivo dei Cinque stelle è giusto, ma lo strumento sbagliato: "Platea troppo ampia, per chi è in povertà relativa servono politiche per lavoro e famiglia"
Laura Giarrusso Concorso 'Scatti di povertà'. freddo

Concorso 'Scatti di povertà'. ...freddo di Laura Giarrusso (finalista)

ROMA - L'obiettivo è giusto, ma lo strumento non è quello adatto. Così Cristiano Gori, docente di Politiche sociali alla Cattolica di Milano spiega la differenza fra la proposta avanzata dall'"Alleanza contro la povertà" (della quale è il coordinatore del tavolo tecnico) e quella del Movimento 5 Stelle, che negli emendamenti alla legge di stabilità ha inserito anche un cosiddetto "reddito di cittadinanza" di 600 euro. "La proposta dei 5 Stelle - spiega Gori - intanto non è un vero e proprio reddito di cittadinanza, perchè non è rivolto indistintamente a tutta la popolazione, ma solo alle persone che si trovano sotto la soglia della povertà relativa". ""Si tratta - continua - del 16% della popolazione, una platea doppia rispetto all'8% in povertà assoluta sui quali si concentra la nostra proposta del Piano che chiediamo di avviare già nel corso del 2014".
 
Il punto, secondo Gori, è che le persone in povertà relativa "devono essere aiutate non attraverso un intervento diretto monetario, ma attraverso politiche per il lavoro e per la famiglia": è la disuguaglianza estrema, quella di quanti si trovano in povertà assoluta, che necessita di un tipo di intervento monetario, affiancato a servizi che consentano di superare la condizione; per chi si trova in povertà relativa, invece, le risposte devono essere altre. Ugualmente importanti, ma altre.
 
"Siamo d'accordo sugli obiettivi, non sugli strumenti: è assolutamente giusto che si debba fare qualcosa per la povertà relativa, e il Movimento 5 Stelle in questo pone giustamente l'attenzione sulla questione, ma non bisogna però fare confusione sugli strumenti". Gori fa notare che in Francia - il paese portato come esempio dal M5S - "il reddito di inserimento attivo viene fruito dal 6,2% della popolazione", percentuale che è paragonabile a quella dei residenti in povertà assoluta (8%, oggetto della proposta dell'Alleanza) che a quella dei residenti in povertà relativa (oggetto della proposta del M5S). Particolare importante anche dal punto di vista delle risorse necessarie per attuare la proposta: evidentemente, l'esborso necessario per il Piano contro la povertà assoluta ha costi nettamente inferiori a quelli che servirebbero per la messa in pratica della proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle. In questo senso, la proposta dell'Alleanza è una via di mezzo fra quella avanzata dal M5S e le politiche di contrasto alla povertà presenti nella prima stesura della legge di stabilità e basate essenzialmente sulla social card (nella vecchia e nella nuova impostazione).
 
"Naturalmente - precisa Gori - l'attenzione alle persone in povertà relativa è uno dei tasselli della necessaria riforma del welfare, ma deve essere distinto da quello rivolto alle persone in povertà assoluta: quindi siamo d'accordo sugli obiettivi, ma facciamo attenzione agli strumenti". (ska)
 
 
 
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