Libro bianco: ''Il razzismo non è solo cronaca, è anche legge''
Discriminazione razziale generica: mano bianca che afferra mano nera
ROMA – “Cronache di ordinario razzismo”. E le discriminazioni sono “un'emergenza: non si tratta più di casi isolati ma di fatti sociali che accadono spesso, alimentati anche da un processo di legittimazione culturale e politica, nonché di criminalizzazione degli immigrati, di cui pure le istituzioni e i media sono protagonisti”. A dirlo è il Libro bianco sul razzismo in Italia realizzato da Lunaria, un’associazione che si occupa di ricerca, formazione e comunicazione sui temi dell'economia solidale, del Terzo settore, delle migrazioni e della globalizzazione, presentato oggi a Roma nella sede della provincia. Un libro che cerca di ricostruisce l'evoluzione del razzismo in Italia negli ultimi due anni a partire dal diritto “speciale” riservato all’immigrazione, come lo definisce Lunaria, fino alla raccolta di 319 casi di razzismo sulla stampa in poco più di due anni (di cui 187 violenze fisiche e con molti giovani tra i protagonisti sia tra le vittime sia tra gli aggressori), così suddivisi: 119 nel 2007, 124 nel 2008 e 76 nei primi tre mesi e mezzo del 2009.
Il Libro bianco sul razzismo in Italia cita sia le leggi approvate sia anche solo le questioni di cui si è discusso a livello politico, istituzionale e normativo. Dal censimento dei campi rom al “reato di clandestinità”, dall’obbligo di esibizione del permesso di soggiorno per l’accesso ai pubblici servizi (si è parlato anche di segnalazioni da parte dei medici e dei dirigenti scolastici) alle “classi ponte” per i bambini stranieri, dalla “tassa” sulla cittadinanza e sui permessi di soggiorno all’istituzionalizzazione delle ronde, passando per il prolungamento del periodo massimo di trattenimento nei Centri di identificazione ed espulsione (ex Cpt) da 60 a 180 giorni e fino ad arrivare alle ordinanze dei sindaci contro lavavetri, venditori abusivi e senza fissa dimora.
“Questa legittimazione – dicono da Lunaria –, che ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale e delle istituzioni europee, ha alimentato e continua ad alimentare quei sentimenti diffusi di intolleranza e di ostilità che costituiscono l'humus per le azioni e gli atteggiamenti razzisti. Inoltre, produce un'immagine stigmatizzante dei cittadini di origine straniera e dei rom, piena di pregiudizi e stereotipi veicolati anche dal discorso pubblico e dai media”. E allora non deve stupire l'uccisione di Abdul Guiebre, originario del Burkina Faso, a Milano, avvenuta l’anno scorso a colpi di spranga per mano di un padre e un figlio titolari di un bar, oppure la violenza subita da Navtej Singh, un cittadino indiano di 35 anni aggredito mentre dormiva su una panchina dell’atrio della stazione ferroviaria di Nettuno (Roma) nella notte fra il 31 gennaio e l’1 febbraio di quest’anno. “Tutto ciò mette a rischio sia l’integrazione sia le politiche di inclusione sociale”, commentano da Lunaria. (mt)
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