Carcere, l'istituto minorile Beccaria da sette anni attende la ristrutturazione
MILANO – Sette, inutili, anni di attesa. Da tanto il carcere minorile di Milano Cesare Beccaria attende che sia ristrutturato uno dei due padiglioni. Dalla direzione non hanno notizie dal Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria in merito a quando si concluderanno i lavoro. "Non abbiamo la minima possibilità di intervenire", spiega Olimpia Monda, vicedirettrice dell'Istituto, intervenuta alla Sottocommissione carceri. All'inizio, racconta, i lavori erano proseguiti velocemente. Poi dopo un anno lo stop per guai giudiziari dell'azienda aggiudicataria dell'appalto. Anni che hanno reso vano anche il primo intervento: ora il padiglione in attesa di ristrutturazione è totalmente inagibile. Non solo: una delle sezioni del padiglione in uso (gruppo, come la si chiama negli istituiti minorili) è stata chiusa per una perdita d'acqua. Così il numero dei detenuti minori si è ulteriormente ridotto: da 50 a 39. "Non stiamo parlando di grandi numeri – afferma Monda – ma anche in queste condizioni è difficile lavorare. Da cittadina, prima che da operatrice, sono indignata per lo spreco di denaro pubblico".
La situazione dell'Ipm Beccaria trova ampio spazio nella relazione annuale del Garante dei detenuti del Comune di Milano Alessandra Naldi. Una delle criticità è legata alla precarietà della direzione: a marzo 2013, ricostruisce Naldi, ex direttrice e comandante sono stati allontanati per tensioni interne. A quel punto subentra una reggenza provvisoria della direttrice dell'Ipm di Caltanissetta, divisa tra la Sicilia e Milano. A febbraio è poi arrivata la nomina definitiva che ha finalmente risolto la partita. Nel frattempo al Beccaria ci sono stati numerosi casi di rivolte interne (ultima a novembre) con incendio di materassi. La polizia penitenziaria denuncia di non avere abbastanza personale sul campo per poter prevenire questi casi. Nonostante i problemi evidenti, al Beccaria è stato comunque chiesto lo sforzo di prendere in carico anche i cosiddetti giovani-adulti, persone appena maggiorenni che spesso hanno anche figli a carico. A loro si aggiungono ragazzi con disturbi psichiatrici, che hanno imposto un ripensamento del sistema. Spiega Naldi: "Sarebbe importante che i consiglieri comunali chiedessero tutti insieme ai parlamentari della loro parte politica di presentare insieme un'interrogazione alò Dap per chiarire la situazione del Beccaria". (lb)