27 novembre 2024 ore: 12:42
Immigrazione

“Un paese di resistenza”, arriva in sala il documentario su Mimmo Lucano

Dopo la partecipazione a numerosi festival, italiani e francesi, il film arriva per la prima volta a Firenze. Da esempio a criminale, la storia di un sindaco che ha fatto di Riace un modello dell’accoglienza dei migranti
Mimmo Lucano – Una scena del documentario "Un paese di resistenza"

FIRENZE – La storia di Riace, paese di Calabria, si intreccia con quella di Domenico Lucano, per tutti Mimmo, oggi di nuovo sindaco. È la storia umana e politica, esemplare e dolorosa, di un paese e di un uomo che negli ultimi anni ha subito un ribaltamento del proprio racconto: da modello di accoglienza ad accuse di disegno criminale. Il film “Un paese di resistenza” di Shu Aiello e Catherine Catella spiega che non è così, che Riace porta con sé una storia di coraggio, scritta da chi ha perseguito l'utopia anche quando sembrava impossibile. Dopo la partecipazione a numerosi festival, italiani e francesi, il documentario arriva ora per la prima volta a Firenze, in sala al Cinema Astra (Piazza Cesare Beccaria, 9) nei giorni di lunedì 2, martedì 3, martedì 10 e mercoledì 18 dicembre alle 21. Il film è prodotto da Bo Film (Italia), Les Films du Tambour de Soie (Francia), Dancing Dog Productions (Belgio), ed è distribuito in Italia da OpenDDB - Distribuzioni dal basso.

Riace, dunque, Calabria. Come molti villaggi dell'Italia meridionale ha sofferto a lungo di un massiccio processo di emigrazione. Nel 1998 un evento cambia per sempre la vita di questo borgo: una barca con 200 curdi si arena sulla spiaggia e gli abitanti accorrono spontaneamente in loro aiuto. Da quel momento inizierà un'avventura straordinaria. Il paese torna a vivere, le case da tempo abbandonate vengono riaperte, nei vicoli si sentono di nuovo le risate dei bambini, Riace diventa il paese dell'accoglienza, il suo sindaco Mimmo Lucano un esempio da seguire. Fino a quando, nell'ottobre 2018, Lucano viene arrestato e allontanato dal suo paese. La vita di Riace cambia, è terreno elettorale simbolico, eppure il paese resiste, i suoi vecchi e nuovi abitanti non perdono la fiducia nel loro sindaco.

Alla dura condanna di primo grado per Domenico Lucano – che menziona l’accusa di associazione a delinquere e reati tra cui falso e truffa – è seguito un netto alleggerimento nella sentenza di appello (che riduce a 1 anno e 6 mesi la condanna, dai 13 anni e 2 mesi chiesti inizialmente), ma ancora oggi la sua vicenda giudiziaria si intreccia con quella politica istituzionale e governativa. Solo ultimo in ordine di tempo, la Corte dei Conti ha contestato a Lucano un danno erariale di oltre 530 mila euro, per fatti del 2011-12 (in un sistema di gestione di centri di accoglienza ideato e attuato dall’allora dirigente della Protezione civile della Regione Calabria), in quanto sindaco dell’epoca, pur senza prove di intese “truffaldine”. Il modello Riace, però, è valso a Lucano elogi e meriti internazionali, e una nuova carica, eletto di nuovo sindaco nel 2024 (come lo è stato ininterrottamente dal 2004 al 2018) dai cittadini di Riace e deputato nel Parlamento Europeo da quelli italiani della circoscrizione sud. 

In tutte le proiezioni del tour, il film documentario sarà in sala con sottotitoli adatti a spettatori non udenti, realizzati dall’associazione Fiadda Emilia-Romagna, coordinamento di persone sorde e loro famiglie, che ha selezionato il film in occasione della partecipazione in concorso e in prima italiana al Biografilm Festival, grazie al contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Ministro per le disabilità. 

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