Asili nido, alle famiglie costano in media 302 euro al mese
La spesa media mensile per il nido comunale è di 302 euro e ammonta al 12% della spesa media mensile totale. Le tariffe sono in crescita. Dal 2005 ad oggi le tariffe sono aumentate in media del 4,8%. Nel 2010/11, ben 26 città hanno ritoccato all’insù le rette di frequenza, e 5 capoluoghi registrano incrementi a due cifre: Foggia (+54,6%), Alessandria (+24,3%), Siracusa (+20%), Caserta (+19,5%), Catanzaro (+19,4%). L’analisi, svolta dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva mette in luce come in una provincia la spesa mensile media per il tempo pieno può avere costi anche tre volte superiori rispetto a un’altra provincia, e doppi tra province che si trovano in una stessa regione. A Lecco la spesa per la retta mensile è di 537 euro. Oltre a essere molto elevata, è 6 volte più cara rispetto a Catanzaro (80€), il triplo rispetto a Roma (146€) e più che doppia rispetto a Milano (232€). In Veneto, una famiglia che manda il figlio al nido a Belluno spende 525€ mese per il tempo pieno, pagando 316€ in più di una famiglia veneziana. In laguna si registra infatti la tariffa pià economica fra quelle venete. Anche nel Lazio ci sono grosse differenze fra una provincia e l’altra. La retta che si paga a Viterbo (396€) supera di 250€ la più economica, che, a sorpresa, è quella di Roma. Al Sud, in Puglia tra Foggia (368€) e Bari la differenza è di 179 euro.
Le dieci città con i nidi comunali più cari sono, nell’ordine: Lecco, Belluno, Sondrio, Bergamo, Mantova, Cuneo, Forlì, Udine, Pavia e Pisa. In queste città, un mese all’asilo nido costa dalle 537 alle 423 euro. Le più economiche sono in prevalenza al centro sud (con le eccezioni di Venezia e Ferrara), la meno cara in assoluto è Catanzaro, dove la retta è di 80 euro al mese, seguita da Vibo Valentia, Cagliari e Roma. Le differenze nord- sud sono marcate anche rispetto alla presenza delle strutture sul territorio. Se la Lombardia si piazza prima in classifica per numero di nidi più elevato con 660 asili e oltre 29mila posti disponibili, seguita da Emilia Romagna (593 nidi e quasi 25.000 posti) e Toscana (456 nidi e 15.600 posti), il Molise, l’ultimo della lista, ha soltanto sei asili per 300 posti. Il servizio di asilo nido pubblico è presente solo nel 18% dei comuni italiani; nel loro insieme il 60% è concentrato nelle regioni settentrionali, il 27% al Centro e solo il restante 13% al Sud. A livello nazionale, a più di trent’anni dalla legge 1044/1971 che istituì gli asili nido comunali, se ne contano 3.424 (a fronte dei 3.800 asili pubblici previsti già per il 1976), un numero insufficiente benché in crescita rispetto ai 3.184 registrati nel 2007. Di essi, il 44% è concentrato nei capoluoghi, per complessivi 141.210 posti disponibili.
“In tema di asili nido comunali - commenta Antonio Gaudioso, vicesegretario generale e responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva - l’Italia sconta un ritardo strutturale ormai conclamato, espressione di una attenzione alle esigenze delle giovani coppie vera solo sulla carta, pur se sbandierata ad ogni campagna elettorale. Purtroppo i tagli agli enti locali previsti dall’attuale manovra finanziaria non faranno che peggiorare la situazione dal punto di vista sia della qualità del servizio che dei costi”. (rc)