3 luglio 2015 ore: 14:10
Economia

Bologna, le Cucine popolari aprono il 21 luglio

Il sogno di Roberto Morgantini, vice presidente di Piazza Grande, diventa realtà: la mensa per le persone disagiate – il suo regalo di nozze – è pronta a partire
Mensa dei poveri, uomo che mangia, caritas

BOLOGNA - All’inizio, le cucine saranno aperte per 3 giorni a settimana, martedì, mercoledì e giovedì, e potranno ospitare circa 60 persone. “Ma ci piacerebbe crescere, tenere aperto più giorni, magari per più persone”: parola di Roberto Morgantini, vice presidente di Piazza Grande, che la settimana scorsa ha sposato dopo 38 anni di fidanzamento Elvira Segreto. Un matrimonio che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, con rappresentanze di tutte le comunità bolognesi, dalla colombiana alla filippina. Nessuna lista nozze, solo la richiesta di una donazione secondo le proprie possibilità per la realizzazione delle Cucine popolari, una mensa per le persone disagiate in via del Battiferro, presso il circolo I cento passi. Detto, fatto: le Cucine popolari inaugureranno il prossimo 21 luglio.

 - Venti mila euro la quota per partire: “Mi ha enormemente colpito la generosità delle persone: un insperato punto di partenza. Ma la strada è lunga, se vogliamo che le Cucine popolari continuino a vivere anche dopo il primo anno di attività”. Negli ultimi giorni, il contatto con la Chiesa di San Cristoforo e le istituzioni del territorio, che hanno segnalato le tante mamme con figli piccoli – italiane e straniere – che hanno bisogno di un aiuto. “La mensa sarà aperta anche a loro, ci saranno gruppetti di bimbi a cui daremo un pasto”. I tavoli saranno di 6/7 persone, e a ognuno di essi siederà un ‘facilitatore’, una persona che interagirà e ascolterà, per raccogliere dubbi e domande, e proverà a risolverli.

Il matrimonio è stata una bellissima occasione per imprimere un’accelerata alla causa – ammette Morgantini –. È da più di 3 anni che coccolo questa iniziativa, ma tra alti e bassi non eravamo riusciti a condurla in porto. Ora ci siamo, ringrazio tutti quelli che hanno donato e quelli che lo faranno: abbiamo un mattoncino da consegnare anche a loro”. Di mattoncini realizzati come bomboniera dai ragazzi del centro di salute mentale di Gemona (Udine) ce ne sono ancora, in attesa di essere distribuiti: “Siamo stati contattati da altre grandi realtà nel campo della ristorazione, ci hanno detto che vorrebbero partecipare. Intanto, mi godo questo momento: vedere tutte quelle persone riunite, di origini, lingue e religioni diverse è stata un’emozione unica. Sono quelli i momenti che fanno crescere la fiducia nel genere umano, quelli gli attimi che ti fanno capire che un altro mondo è possibile”. (Ambra Notari)

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