19 luglio 2013 ore: 15:26
Giustizia

Carcere di Rebibbia, apre “L’orto di casa” dei detenuti

I detenuti del carcere romano hanno aperto all’interno del carcere di Rebibbia una vera e propria azienda agricola, dove vendono i loro prodotti. Il sogno è quello di portare fuori dalle mura gli ortaggi coltivati.
Orto biologico - Uomo innaffia Orto biologico - Uomo innaffia

Orto biologico - Uomo innaffia

ROMA - Imparare un mestiere in carcere. E’ quello che hanno fatto 15 detenuti del carcere di Rebibbia, dove hanno aperto "L'orto di Casa", una vera e propria azienda agricola inaugurata ieri. Il progetto E.L.F.O. Educazione al Lavoro per la Formazione di Operatori agricoli, è stato finanziato dalla Cassa delle Ammende e realizzato in collaborazione con l'ENAIP e la Coop. Spazio Verde.

I detenuti hanno riqualificare un'area agricola presente nel carcere e aperto un punto vendita. “Per adesso la vendita è limitata all’interno dell’istituto penitenziario, ma il sogno di chi ha lavorato al progetto è portare i prodotti fuori dalle mura, magari attraverso gruppi d’acquisto solidali”, ha affermato Luigi Nieri, vicesindaco di Roma Capitale che ha preso parte alla cerimonia di inaugurazione.

I carcerati hanno imparato come coltivare la terra e hanno curato personalmente l’orto. “La formazione è il miglior strumento di rieducazione negli istituti penitenziari ed è un percorso che moltiplica le chance di reinserimento di detenuti ed ex detenuti nel tessuto produttivo e sociale delle nostre città”, ha aggiunto Nieri.  

“Ricordo bene la fase embrionale di questo progetto, nato grazie a un finanziamento dell’amministrazione comunale diversi anni fa. Ho portato ai carcerati la promessa di un impegno della nuova amministrazione capitolina a sostenere iniziative di questo tipo. Rebibbia è un’eccellenza, ma anche qui permangono i problemi strutturali legati al sovraffollamento e alla scarsità di fondi per dar vita a progetti che assolvano pienamente alla funzione rieducativa della pena. Purtroppo, nei nostri istituti i detenuti passano gran parte del tempo chiusi in celle di pochi metri quadri. Le istituzioni devono fare di più. Noi daremo certamente il nostro contributo”, ha assicurato Nieri.  

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