4 febbraio 2020 ore: 14:05
Disabilità

Caregiver familiari, 2 mila questionari per migliorare la legge

Iniziativa dall'associazione Genitori Tosti onlus, che oggi a Roma presenterà i primi risultati. “La legge è ritagliata intorno ai bisogni di chi assiste anziani non autosufficienti. Noi vogliamo raccontare un mondo molto più variegato, con bisogni differenti a cui la norma, così com'è, non risponde”

Felicity mani caregiver

ROMA – Quasi 2 mila questionari compilati in cinque settimane: parla di “record” Alessandra Corradi, presidente di Genitori Tosti in tutti i posti onlus, l'associazione che a metà dicembre ha lanciato il questionario rivolto a tutti i caregiver familiari: oltre 9 milioni, secondo le stime dell'associazione. Un vero e proprio “esercito” di genitori, figli o fratelli, dai quali dipendono la salute e la vita stessa di chi ha una grave disabilità e ha bisogno di cure continuative. Ancora privi di un riconoscimento giuridico, così come di tutele previdenziali, attendono che sia finalmente approvata la legge, di cui proprio oggi si avvia la discussione. E proprio oggi una delegazione dell'associazione Genitori Tosti sarà a Roma, per presentare i risultati dei primi 1.500 questionari, utili per riflettere sul testo della normativa e possibilmente per migliorarlo. “Emergono, come aspetti comuni, la solitudine e la fatica dei caregiver familiari, come pure il sentirsi invisibili e non avere una vita sociale, ma neanche del tempo per sé”, ci racconta Alessandra Corradi, in viaggio verso Roma. “La stragrande maggioranza dei caregiver familiari che hanno risposto al questionario sono donne: nessuna di loro lavora, chi perché non ha mai potuto farlo, chi perché ha dovuto lasciare l'impiego per assistere il figlio. Pubblicheremo a breve sul nostro sito tutta la relazione di queste prime risposte, in modo da condividerle con tutti”, annuncia Corradi.

Riguardo la legge in discussione, “ci sono aspetti molto positivi, ma è lampante che sia stata ascoltata solo l'esperienza di caregiver figli che assistono i genitori anziani. E' questa la principale criticità, così come la modalità di scelta e nomina del caregiver; oppure l'articolo che prevede che, quando l'assistito muore, il caregiver possa far valere la sua esperienza maturata sul campo e diventare operatore sociosanitario anche senza frequentare il corso abilitante. Quello che non capiscono legislatori e politici è che noi non facciamo i caregiver per scelta, ma siamo costretti a farlo a causa del vuoto assistenziale e sociale che esiste. Basta pensare a fatti di cronaca anche recenti: tra i più eclatanti quello di Padova, dove un fratello caregiver è morto in casa per un malore ed è stato trovato tre mesi dopo. Nel frattempo, il fratello disabile usciva e rientrava di casa, nell'indifferenza generale. Oppure la madre ottuagenaria di Orbassano, che ha ucciso la figlia 44enne e poi ha tentato il suicidio. Se esistesse una legge nazionale e fosse fatta bene, non dovremmo sentire queste storie. Invece il testo in discussione, così com'è, sembra tagliato intorno al mondo degli anziani non autosufficienti”.

E poi c'è un altro aspetto particolarmente critico nella legge in esame: i tre anni di contributi. “A chi servono? Se uno non ha mai lavorato, non prenderà mai una pensione. Ma non ha lavorato perché ha dovuto prendersi cura del suo caro. Anche qui, emerge un profilo specifico del caregiver considerato dalla legge: un figlio di almeno 50 anni che assiste il genitore anziano e concilia assistenza e lavoro. Ma le mamme che sono caregiver da 45 anni ormai? Cosa prevede per loro la legge?”

Il questionario

19 domande a risposta aperta: oltre ai dati anagrafici, le domande per capire “che aiuti ricevi” e “che aiuti vorresti”, quale sarebbe “uno stipendio netto dignitoso per il tuo lavoro come caregiver familiare” e “cosa dovrebbe contenere una buona legge a tutela dei caregiver familiari riconosciuti come lavoratori”. Lo scopo è “tratteggiare un panorama che è molto variegato di quello contemplato dai legislatori: una molteplicità e varietà di bisogni e quindi di risorse e risposte necessarie. Abbiamo diffuso il questionario tramite social, blog, sito, email e tutti i canali possibili, rivolgendoci sia ai singoli sia a decine di organizzazioni. Continueremo a raccogliere le risposte, non ci siamo dati un limite temporale. Intanto oggi illustreremo i primi risultati, portando le istanze dei caregiver familiari che ogni giorno si prendono cura dei propri cari: quelli che la legge dovrebbe tutelare”. (cl)

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