Casa della mamma, "ragazze accolte come figlie, aiutate come madri"
Ma in cosa consiste precisamente il lavoro? “Le accompagniamo nel percorso scolastico e formativo e le inseriamo nel mondo lavorativo” risponde la dottoressa Guerra. “Curiamo molto anche l'aspetto culturale. Andiamo a teatro, alle mostre, le stimoliamo alla lettura. La conquista della consapevolezza del proprio ruolo di donna e di madre diviene per loro il mezzo per educare i figli e per prepararle alla vita futura”. Tutto questo avviene attraverso un costante lavoro psicologico. “La richiesta più o meno esplicita che queste donne giovanissime fanno è quella di essere ascoltate, di essere nel pensiero di qualcuno, di poter avere una figura genitoriale che si prenda cura di loro e del loro bambino, di essere accolte come figlie e aiutate come madri” spiega la dottoressa Nella Norcia, psicologa e psicoterapeuta della comunità. “Per questo, abbiamo previsto l'istituzione dell'educatore di riferimento. Ogni coppia madre-bambino è accompagnata, per tutto il tempo di permanenza nella Comunità, da un'unica persona che offre contenimento alle emozioni, alle ansie, alle preoccupazioni, e ascolto ai bisogni concreti”.
L’intervento psicologico riguarda anche i piccoli ospiti per i quali è stato individuato uno spazio apposito, lo “Spazio mamme-bambini”.
Di cosa si tratta, esattamente? “In una stanza della Casa, opportunamente attrezzata con giochi “pensati”, e in pomeriggi definiti, alcuni bambini, una mamma e un educatore giocano insieme” risponde la psicologa. “La mia presenza garantisce un contenimento, valorizzando il comportamento dei piccoli e i loro giochi, segnalando alla mamma le conquiste del bambino o i suoi bisogni e aiutandola a pensare alle risposte più adeguate. L'educatore offre un modello pedagogico, proponendo occasioni di scoperta e coinvolgendo la mamma nel gioco. Le mamme sono aiutate a “godersi” i bambini e a stare con loro in una dimensione giocosa e creativa. I bambini sperimentano lo scambio relazionale con i coetanei, fatto di tentativi di collaborazione e di risoluzione dei conflitti, alla presenza di adulti attenti e partecipi. Sono momenti intensi, ricchi di esperienze diversificate, infatti, oltre ai giochi, i bambini condividono attività collegate alla vita concreta che si svolge nella Casa, come cucinare, apparecchiare e sparecchiare per la loro cena”.
Il compito della Casa della Mamma non si esaurisce nel periodo di permanenza nella struttura ma prosegue anche dopo. Infatti, dice Lucia Di Mauro, la coordinatrice dell’équipe educativa: “Cerchiamo di seguirle nella loro nuova vita e di aiutarle a risolvere i problemi che si trovano ad affrontare, come quelli di natura economica o di organizzazione del tempo per loro e per i bambini. Un altro aspetto importante di cui tener conto è la solitudine che spesso accompagna queste donne. Il nostro lavoro consiste, pertanto, anche nel seguirle nella scelta degli amici o dei compagni, evitando che ritornino alle vecchie e fallimentari abitudini e cercando di inserirle in attività da loro apprezzate e che costituiscano uno stimolo forte e positivo. E’ un lavoro che non finisce mai perché il legame affettivo con le ragazze e con i bambini rimane per sempre”. (Marina Piccone)