Casa, Udu Firenze: “Università, tetto massimo per gli affitti”. Aumentano gli sfratti
FIRENZE - Tetto massimo agli affitti delle stanze (non dei posti letto) e la costruzione di pochi ma grandi studentati. Sono le due richieste che Udu Firenze formalizzerà al tavolo sulla casa convocato dal sindaco, Dario Nardella, il prossimo 4 aprile. Lo spiega Alberto Mini, nel corso di una conferenza stampa convocata dalla Cgil e dal Sunia. "Serve un tetto massimo" ai canoni per gli studenti fuori sede a fronte "di incentivi economici. Sulla cifra ancora non abbiamo fatto un ragionamento approfondito, però visto che l'Azienda regionale per il diritto allo studio offre un contributo affitto di 350 euro al mese, una stanzia media dovrebbe aggirarsi su quella cifra lì: 300-350 euro", dice. Parallelamente a questo, deve correre "il binario pubblico: vanno realizzati grandi studentati, non student hotel". A Firenze, infatti, dicono Cgil e Sunia, "siamo in presenza di un mercato bloccato, a causa del turismo, che detta i ritmi e i tempi dell'abitare in città. Ci troviamo di fronte al paradosso che persino gli studenti, un tempo merce rara per i proprietari, trovino difficoltà a trovare soluzioni alloggiative in città, e siano costretti a spostarsi sulla direttrice delle linee dei treni". E se il centro è un miraggio, fanno fatica anche in periferia visto che ormai la locazione sta esplodendo anche attorno alle assi tramviarie, osserva la segretaria cittadina del Sunia, Laura Grandi.
In questo anno accademico, proseguono i giovani dell'Udu, il numero di posti alloggio offerti dall'Azienda regionale per il diritto allo studio "è stato notevolmente ridotto per la chiusura parziale delle due più grandi residenze universitarie di Firenze" (Caponnetto e Calamandrei). La conseguenza è che "circa un migliaio" di studenti idonei, fa il conto Mini, "non hanno potuto accedere al servizio, al contrario degli anni accademici passati in cui i numeri di posti alloggio erano sufficienti per soddisfare tutte le richieste". L'agenzia ha messo a disposizione, quindi, un contributo sostitutivo per gli studenti che, pur trovandosi nelle graduatorie dei vincitori, non sono ancora stati convocati e hanno preso una stanza in affitto: 350 euro al mese, "che però non bastano, visto che un affitto medio a Firenze si aggira sui 450-500 euro", conclude.
Gli sfratti
Sunia e Cgil hanno fatto un sondaggio per capire quale sia la situazione nel territorio, su un campione di 703 persone che si sono rivolte al sindacato. Ciò che emerge da questo campione di persone fa riflettere su come la città di Firenze sia diventata sempre più inospitale e come ormai la casa sia diventata un elemento di forte esclusione sociale.
C’è un netto aumento degli sfratti per morosità: solo un 10% di intervistati dichiara di avere uno sfratto perché il contratto è finito. Ed infatti gli altri sono tutti per morosità ed oltre il 45% dichiara di avere un’esecuzione forzata in corso. Gli ultimi dati elaborati dal ministero dell’Interno sul numero di sfratti emessi nei capoluoghi di provincia nel corso del 2022 confermano ciò che il Sunia e la Cgil da tempo avevano più volte denunciato e paventato: la costante e progressiva presenza degli sfratti per morosità, a seguito della perdita del lavoro. Il capoluogo di Regione, Firenze, risulta essere seconda città in Italia in rapporto ai numeri di abitanti. L’elemento che desta maggiore preoccupazione è dovuto all’aumento del numero degli anziani investiti dalle convalide di sfratto rispetto all’anno precedente. Negli ultimi tre mesi i dati sono spaventosi: 150 sfratti al mese con forza pubblica; il 98% di questi sono sfratti per morosità; l’80% di questi per morosità sono dovuti alla perdita di lavoro, riduzione orario di lavoro, chiusura della propria attività; 15 sfratti sono di cittadini sopra i 75 anni.
A Firenze la situazione è sempre pesante: nelle cancellerie aumentano le richieste di convalida di sfratto. I prossimi mesi saranno caratterizzati da una miriade di nuclei familiari che dovranno fare i conti con la polizia alle porte (in linea col trend, si stimano oltre 600 sfratti nei prossimi tre mesi). Intanto, le domande di alloggio Erp hanno una risposta solo nel 4% dei casi per chi è in graduatoria. E la questione degli anziani pone un problema inquietante: quale soluzione per chi è solo, con la piccola pensione e senza un quadro familiare in grado di aiutarli? In tutto questo, a Firenze ci sono oltre 800 case popolari sfitte, in attesa di lavori di manutenzione, e la cifra supera le 1.200 in tutta l’area metropolitana.
Gli studenti universitari fuori sede
La crisi abitativa studentesca del territorio fiorentino si configura su due piani. Su uno, si trovano gli studenti universitari fuorisede che, per ISEE e ISPE al di sotto di una certa soglia (rispettivamente di 24.335,11 euro e di 52.902,43 euro), possono richiedere e accedere alle residenze universitarie. Questo anno accademico, il numero di posti alloggio offerti dall’Ardsu (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) è stato notevolmente ridotto per la chiusura parziale delle due più grandi residenze universitarie di Firenze. La conseguenza è che centinaia, se non migliaia di studenti idonei per il posto alloggio non hanno potuto accedere a questo servizio, al contrario degli anni accademici passati in cui i numeri di posti alloggio erano sufficienti per soddisfare tutte le richieste. A fronte di ciò, l’Ardsu ha messo a disposizione un contributo sostitutivo per gli studenti che, pur trovandosi nelle graduatorie dei vincitori, non sono ancora stati convocati e che hanno deciso di prendere una stanza in affitto. Tuttavia, tale contributo, di 350 euro mensili, risulta inefficace per coprire la totalità dei costi del mercato degli affitti fiorentino. Una soluzione come questa non è risolutiva ma ha il mero scopo di tamponare la carenza del servizio offerto.
Il secondo piano riguarda il mercato degli affitti su Firenze. La comunità di studenti fuorisede è inserita in un contesto economico liberista che tende sempre al rialzo dei prezzi a fronte di un aumento della richiesta di alloggi. Le cifre per una stanza in una casa condivisa con altre persone si aggirano sui 500 euro al mese. Per di più, si sta consolidando una tendenza a spingere verso le periferie gli studenti adibendo le abitazioni del centro agli affitti brevi per turisti. Queste dinamiche spostano l’offerta verso fasce di prezzo maggiori, favorendo quindi l’espulsione di studenti e lavoratori dal quartiere e creando un effetto complessivo di aumento dei canoni.