3 novembre 2014 ore: 15:03
Economia

Case popolari occupate, inquilini dicono basta: "Non tolleriamo più gli abusivi"

A Milano le occupazioni sono diventate insopportabili e il tema ormai è un argomento per la campagna elettorale. "Serve ristabilire le regole", dice il presidente dell'associazione Abitando Erp A.s.p Sameh Mohammed. Perché ad attendere in fila un alloggio ci sono più di 22 mila famiglie che non occupano
Case popolari a Milano

MILANO – Nessun margine di trattativa con gli occupanti delle case popolari: "Gli inquilini sono carichi d'intolleranza. Non sono più pronti a trattare per soluzioni intermedie". Così interviene Sameh Mohammed, presidente dell'associazione Abitando Erp A.p.s, un gruppo che rappresenta circa 500 inquilini delle case popolari di Milano e provincia.

Dall'osservatorio delle case popolari, il fenomeno delle occupazioni ha ormai superato ogni limite: "Gli occupanti hanno confuso fraintesa la tolleranza e la comprensione con la libertà d'azione. L'alternativa non è uno Stato di polizia permanente, ma un semplice rispetto delle regole. Soprattutto per le oltre 22 mila famiglia in fila per ottenere un alloggio", aggiunge Mohammed.

Il caso delle occupazioni a Milano è scoppiato nelle ultime settimane, dopo che si è chiusa la partita sulla gestione degli alloggi del Comune, che passeranno dall'Aziende lombarda di edilizia residenziale (Aler Milano) alla società Metropolitana milanese. "Anche a livello comunale – continua il presidente dell'associazione di inquilini – l'assessorato alla Casa è stato tra quelli in cui si è posta meno attenzione. È passato di mano diverse volte, nonostante la complessità del tema". Così un problema cronico ha raggiunto i livelli insopportabili di oggi: "Non è solo da terzo mondo, è da pianeta di un altro sistema solare il fatto che un anziano in ospedale per farsi curare sii ritrovi il proprio appartamento occupato. I diritti non possono valere solo per le fasce che si trovano nella povertà estrema, ci sono anche gli altri", aggiunge Sameh Mohammed.

Per affrontare il problema, che ormai ha raggiunto dimensioni allarmanti di un alloggio su tre circa, serve solo una linea dura, dice Mohammed, che ristabilisca delle regole uguali per tutti. "Ormai tra gli inquilini si sono innescate delle dinamiche che portano a violenza e rifiuto dell'altro", aggiunge. La situazione, così, non né più gestibile. L'associazione di cui Sameh è presidente ha sottoscritto un protocollo con il sindacato Sunia proprio per affrontare la questione abusivi. (lb)

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