Uganda. L’Aia vuole ascoltare le vittime delle violenze commesse da Kony
ROMA - Le vittime delle violenze commesse da Joseph Kony e dal suo gruppo ribelle, il Lord's Resistance Army (Lra, in italiano Esercito di resistenza del Signore) nato in Uganda sul finire degli anni '80 e ritenuto responsabile di decine di migliaia di omicidi, potrebbero avere la possibilità di testimoniare per la prima volta alla Corte penale internazionale con sede all'Aia.
Il procuratore capo del tribunale di base nei Paesi Bassi, Karim Khan, ha infatti richiesto di organizzare un'udienza "in absentia" per per la conferma delle accuse ai danni di Kony, come reso noto dallo stesso giudice in una dichiarazione. Sul guerrigliero ugandese, ricercato dalla Corte dal 2005 e latitante, pendono 33 incriminazioni per crimini di guerra e contro l'umanità, fra le quali omicidio, stupro e riduzione in schiavitù.
Stando a quanto affermato da Khan, qualora la camera preliminare della Corte dovesse accogliere la sua richiesta si potrà "presentare le prove a sostegno delle accuse" ai danni di Kony e "consentire ai testimoni e ai sopravvissuti di fornire i loro resoconti alla Corte".
Una volta "confermate le accuse in absentia" un processo al comandante ribelle dopo un suo eventuale arresto "potrebbe essere portato avanti più rapidamente e in modo più efficace", ha aggiunto il procuratore capo.
Kony, di cui non si hanno notizie certe da anni, fondò l'Lra nel 1987 e nello stesso anno lanciò un'offensiva contro il governo del presidente Yoweri Museveni, al potere oggi come allora. La milizia, che sostiene di avere un'ispirazione cristiana, si è sostanzialmente ritirata dall'Uganda intorno al 2005 per concentrare le sue attività nell'odierno Sud Sudan, in Repubblica democratica del Congo e Repubblica Centrafricana.
Secondo numeri dell'Onu rilanciati dal portale Global Centre for the Responsibility to Protect (Gcr2p) per la protezione dei civili, l'Lra avrebbe ucciso circa 100mila persone e rapito e arruolato fra i 60 e i 100mila bambini.
(DIRE)