1 luglio 2014 ore: 17:30
Salute

De Rose al Dipartimento antidroga. Federserd: “Riscrivere il Dpa”

L’auspicio del presidente della Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze (Federserd), Fausto D’Egidio, sulla futura nomina di Patrizia De Rose. “L’urgenza è ritessere il filo con le regioni”
Droghe, varie sostanze stupefacenti

ROMA – “Bisogna riscrivere la maniera di funzionare del dipartimento Politiche antidroga insieme alle società scientifiche, alle organizzazioni e alle regioni”. È questo l’appello che Pietro Fausto D’Egidio, presidente della Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze (Federserd), affida al futuro capo dipartimento Politiche antidroga alla notizia trapelata oggi riguardante la futura nomina di Patrizia De Rose alla guida del Dipartimento. “È una persona che non conosciamo – ha spiegato D’Egidio - e ci farà molto piacere conoscerla. Abbiamo molta speranza di poter collaborare con chiunque verrà indicato come capo dipartimento e quando sapremo ufficialmente chi è, la saluteremo in maniera più calorosa”.

Per D’Egidio, il cambio di rotta rispetto al passato è quanto mai necessario. “Abbiamo avuto un dipartimento Politiche antidroga che in questi anni ha pensato di selezionare i buoni e i cattivi”, ha aggiunto il presidente di Federserd, che tra le urgenze indica quella di “ritessere il filo con le regioni”. Secondo D’Egidio, infatti, “oggi abbiamo 21 sanità diverse. Per le tossicodipendenze, cioè la bandiera di quella che dovrebbe essere l’integrazione sociosanitaria che si occupa della marginalità più dura, queste differenze sono oltre che incomprensibili, anche dannose. Vorrei che la prima azione del nuovo dipartimento fosse quella di ricostruire un tavolo vero con le regioni”. Riguardo al gruppo di lavoro che affiancherà De Rose nel suo incarico, D’Egidio spera possa essere un “gruppo di lavoro vero e non un posizionamento di troppi personaggi che spesso pensano a se stessi. Vorrei che in questo gruppo di coordinamento ci fossero tutte persone che non pensano a piccoli interessi, ma abbiamo davvero a cuore il sistema nel loro complesso. Deve essere piccolo, un grande gruppo non è più un gruppo che produce e elabora”.(ga)

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