Elezioni: attenzione puntata su Nigeria, Camerun e Zambia
NAIROBI – Passate le elezioni in Uganda, l’attenzione ora si sposta sulla Nigeria, che va alle urne in aprile. Sebbene il presidente in carica Goodluck Jonathan abbia vinto le primarie per il Partito democratico del popolo (Pdp) al governo, ancora esistono opposizioni interne. In particolare, i nordisti nel Pdp, che sostenevano l’ex vice-presidente Atiku Abubakar rimangono insoddisfatti in quanto Jonathan ha rotto l’accordo in forma semplificata con cui il nord e il sud del paese avrebbero messo in rotazione la presidenza per quattro mandati di due anni. Ma Jonathan rimane ottimista. “Il nostro popolo ha scelto l’unità del nostro paese al di sopra di ogni discussione”, ha detto Jonathan ai delegati al congresso di partito in Abuja.
Tuttavia è ancora presto per Jonathan per stappare lo champagne in quanto l’opposizione contro la sua dirigenza continua a crescere. L’aprile dello scorso anno quando il Pdp ha annunciato che avrebbe continuato con la sua politica urbanistica, il presidente del partito Vincent Ogbulafor ha dovuto affrontare accuse di corruzione ed è stato costretto a dimettersi. Per consolidare il potere, Jonathan ha rimpastato il gabinetto, assegnando incarichi strategici ai suoi fedeli.
Questa mossa però non è stata gradita dai nordisti. Abubakar ha infatti minacciato di contestare la candidatura di Jonathan in tribunale. Ma se il tentativo legale dovesse fallire, osservatori affermano che Abubakar ed i suoi sostenitori potrebbero lasciare il partito e formare un’alleanza con uno dei candidati rivali provenienti dal nord. A parte questo, anche Abubakar fronteggia accuse di corruzione, inclusa la recente indagine sul riciclaggio di denaro negli Stati Uniti insieme alla moglie Jennifer. Ma Sully Abu, direttore della comunicazione nella campagna presidenziale di Jonathan prende subito le sue difese: “Il presidente Jonathan non ha pesi sulle spalle; la gente lo vede come un uomo pulito, che fa bene al paese. Se non hai pesi, niente ti spinge giù”.
Nonostante ciò, gli oppositori di Jonathan lo accusano di incompetenza riguardo a questioni di sicurezza nazionale sulla scia di una serie di attentati terroristici durante le festività natalizie e di capodanno negli stati di Abuja, Bayelsa, Borno e Plateau. Eppure, a 53 anni, Jonathan è considerato uno dei presidenti più giovani dell'Africa. E’ partito col piede giusto licenziando lo screditato presidente delle elezioni nazionali Maurice Iwu, che aveva presieduto alle elezioni del 2007, descritto dagli osservatori come disonesto. Ma abbondano le preoccupazioni che l’Assemblea Nazionale sia riluttante ad approvare leggi elettorali in conformità con la Commissione di giustizia Mohammed Uwais, che afferma che la nomina della Commissione elettorale non dovrebbe più spettare al presidente ma ad un organismo neutrale.
In Camerun, il presidente Paul Biya tenterà di ottenere un terzo mandato di sette anni, dopo aver emendato la Costituzione per potersi candidare alle elezioni di Ottobre. Biya, 78, è al potere da 29 anni con un incarico tormentato da accuse di truffa elettorale e cattiva amministrazione politica.
Ci sono possibilità che il panorama politico in Camerun possa cambiare in seguito al riavvicinamento di Biya al il suo ex acerrimo nemico ed unico formidabile avversario John Fru Ndi del Fronte democratico sociale (Sdf). Se il recente cameratismo dovesse continuare fino al periodo delle elezioni, gli analisti prevedono che l’Sdf potrebbe entrare in una coalizione con il Movimento democratico del popolo del Camerun (Cpdm) al governo, costituendo una reale minaccia per i concorrenti per la prima volta candidati presidenziali come Paul Ayeah, recentemente dimessosi dal partito di governo e Kah Walla, che ha lasciato l’Sdf.
Come presidente in carica, Biya è un forte candidato, per di più con grandi risorse finanziarie statali. Ma potrebbe non essere una gara semplice per lui, dovendo affrontare i suoi perenni rivali Adamou Ndam Njoya, Garha Haman Adji, Justin Mouafo e Yondo Black che lo avevano sfidato senza successo nel 2004 fra accuse di brogli elettorali. Tuttavia è la frammentarietà dell’opposizione che probabilmente condurrà Biya alla vittoria. Ad esempio, l’Unione delle popolazioni camerunesi, che era inizialmente parte del governo di Biya, ha due fazioni – una guidata da Frederic Augustin Kodock e l’altra da Henri Hogbe Nlend. L’opposizione frammentaria, nella quale nessuno ha intenzione di avere un ruolo marginale nella presentazione di un candidato presidenziale, ha fallito nello sfruttare il fatto che il Camerun è uno dei paesi più corrotti al mondo e dove la libertà è limitata, un’arma fondamentale che si potrebbe usare contro Biya.
Ancora più a sud, in Zambia, il partito al potere Movimento per una democrazia multi-partitica (Mmd) ha intenzione di cavalcare il proprio record di gestione economica. Dal 2003, il paese ha registrato un tasso di crescita media del sei percento nonostante il recente tracollo economico globale. L’Mmd ha quindi continuato a consolidare la propria base di potere grazie ai crescenti afflussi di Fdi (Investimenti Diretti Esteri), sicurezza alimentare e sostegno continuo dei donatori. Sia come sia, il partito di governo è visto come intollerante verso opinioni dissenzienti. Le proteste pubbliche sono spesso violentemente disperse, sollevando preoccupazione che ciò potrebbe intensificarsi con le imminenti elezioni di Ottobre. Non è un segreto inoltre il fatto che i votanti siano disillusi riguardo alla scarsa performance di gestione del governo. (Zachary Ochieng, traduzione di Sara Marilungo)