3 agosto 2012 ore: 11:30
Non profit

Paralimpiadi, la gara è anche tecnologica: “A Londra per vedere cosa hanno fatto gli altri”

SPECIALE PARALIMPIADI. Centro Protesi Inail impegnato fino alla vigilia nell’assistenza agli atleti, ma durante le gare non si potrà intervenire direttamente. Il direttore tecnico Verni: “Occasione per confrontare le esperienze, anche nei piccoli dettagli
Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bo) Protesi Inail: mano poliarticolata 2010

Mano poliarticolata, anno 2010

BOLOGNA - Sedie a ruote costruite con lo stesso alluminio usato per gli shuttle, guanti in termoplastica, gallerie del vento per migliorare l’aerodinamica. C’è chi, a Londra 2012, forse si entusiasmerà più per le novità tecnologiche che per le performance sportive. Per i tecnici e gli ingegneri che realizzano le protesi a disposizione degli atleti paralimpici, ad esempio, le gare non sono solo sport, ma un’occasione per “spiare” gli avanzamenti della tecnologia protesica. A spiegarlo è l’ingegner Gennaro Verni, direttore tecnico del Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bologna). "Quando ci sono queste grandi manifestazioni – spiega – è importante vedere quello che fanno i nostri colleghi negli altri Paesi: anche i piccoli dettagli, ad esempio il modo in cui vengono regolate le protesi del ginocchio o del piede, possono essere importanti". Da tenere d’occhio c’è il lavoro dei tecnici, certo, ma anche il modo in cui gli atleti utilizzano le protesi. Che a volte può essere rivoluzionario. "Come è successo nel 2002, quando Stefano Lippi nel salto il lungo fu il primo a saltare con la protesi: non è solo una questione di tecnologia, conta anche la tecnica adottata dagli atleti".

Per i tecnici del Centro protesi il lavoro in vista di Londra 2012 è essenzialmente preparatorio. "Durante le Paralimpiadi non possiamo intervenire sugli atleti, non possiamo entrare nel campo di gara, perché l’assistenza viene gestita da un unico fornitore (Ottobock, ndr)", spiega Verni. Così, nei mesi che hanno preceduto l’avvio delle gare, lo staff di Vigorso è stato impegnato a testare le protesi, a registrare affinamenti e soprattutto a permettere agli atleti di raggiungere i tempi minimi per qualificarsi alle Paralimpiadi. "Ognuno si allena con la società a cui appartiene, e non è sempre facile farli incontrare tutti insieme a Budrio per mettere a punto le loro protesi", aggiunge il direttore tecnico del Centro. Gli ultimi test si sono tenuti a fine luglio al campo sportivo di Budrio, in un evento che ha visto il coinvolgimento anche di atleti normodotati. In vista di Londra 2012 i tecnici di Vigorso hanno seguito in particolare cinque atleti, e a seconda delle caratteristiche di ognuno hanno studiato soluzioni personali. Gareggiano tutti nella corsa, alcuni anche nel salto in lungo, utilizzando le protesi per cui il Centro di Vigorso è famoso in tutto il mondo. "Su questo versante non ci sono state particolari innovazioni rispetto alle Paralimpiadi di Pechino, è stato affinato quello che già esisteva", spiega l’ingegner Verni. (Laura Pasotti e Pietro Scarnera)
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