Mohamed Danova: "Abbiamo solo la palestra di via Cambini, ma non è sufficiente". Dal centro islamico vicino Segrate un appello: "Chiediamo uno spazio adeguato, va bene anche uno spazio all'aperto"
Ramadan uomo in preghiera
MILANO - La fine del Ramadan si avvicina, è prevista per il 10 o l'11 settembre, dipende dalla Luna. Ma per i musulmani di Milano sono giorni di incertezza perché non sanno dove pregare nel giorno conclusivo del mese sacro. La celebrazione finale attira infatti migliaia di fedeli. Ieri il presidente del centro islamico di viale Jenner, Abdel Amid Shari, ha detto che saranno costretti a ritrovarsi fuori Milano. Ma oggi Ali Abu Shwaima, responsabile della moschea che sorge ai confini con Segrate, rinnova l'appello alle istituzioni milanesi perché concedano uno spazio adeguato. "Ci va bene anche un parco -afferma Ali Abu Shwaima-. Penso al parco Sempione o al Parco Lambro o anche semplicemente ad un impianto sportivo con un campo da calcio". Da anni i fedeli del centro islamico di viale Jenner e quelli della moschea vicino a Segrate celebrano insieme la fine del Ramadan. "Non posso pensare che Milano non abbia uno spazio adatto ad ospitare circa 10mila persone -aggiunge Ali Abu Shwaima-. Il problema è che la politica va contro i musulmani e non vuole concedere gli spazi".
Anche la Casa della cultura islamica di via Padova ha problemi di spazio. Celebra per conto suo la fine del Ramadan, non insieme alle altre due comunità musulmane di Milano. "Abbiamo la palestra di via Cambini -spiega Mohamed Danova-, ma non basta. Stiamo cercando anche fuori Milano, ma c'è il problema che deve essere facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici". (dp)