Ghana, pastori nomadi Fulani accusati di stupri, vandalismo e rapine
NAIROBI – Ufficiali di sicurezza in Ghana stanno prendendo severi provvedimenti contro i pastori nomadi Fulani, accusandoli di stupro, vandalismo, distruzione di fattorie e rapina a mano armata, ma specialisti per la risoluzione del conflitto affermano che i pastori vengono manipolati e che il governo deve attenersi alle leggi regionali per il diritto al passaggio. Il 24 aprile funzionari del Servizio immigrazione del Ghana hanno arrestati cinque pastori Fulani al confine fra il Ghana ed il Togo ed hanno rimandato indietro nel Togo i loro 700 capi di bestiame. “Stiamo conducendo l'attacco e se resistono chiameremo l'esercito”, ha detto il comandante di polizia della regione del Volta, che confina col Togo, vice commissario di Polizia David Ampah-Benin.
I pastori saranno processati con l'accusa provvisoria di ingresso illegale in Ghana, ha affermato. Per entrare in Ghana in maniera legale, una persona deve essere in possesso di documenti affrancati, o attraversare il confine in passaggi stabiliti. Alcuni giorni prima, il 19 aprile nella stessa regione, la polizia aveva sparato e ferito gravemente un pastore Fulani in uno scontro armato dopo che, secondo quanto riportato, aveva tentato di derubare dei passeggeri lungo un'autostrada.
Nel rapporto trimestrale Ghana Alert, rilasciato il 7 aprile 2010, l'Ong per la risoluzione del conflitto, Rete dell'Africa occidentale per la costruzione della pace (Wanep) identifica nei pastori Fulani una delle principali minacce per la sicurezza del paese. “Attraversano il confine verso il paese completamente armati e senza rispetto per le nostre leggi. Se non vengono controllati innescheranno i numerosi conflitti latenti per le terre in particolare nel nord”, ha affermato il coordinatore nazionale del Wanep Justin Bayor. I Fulani provengono da Niger, Mali, Burkina Faso, Nigeria e dallo stesso Ghana, e attraversano i bordi in cerca di pascoli per il loro bestiame. Ma i Fulani affermano che sono gli agricoltori ad innescare il conflitto. Ibrahim Abubakar, un pastore Fulani ghanese con circa 90 capi di bestiame, ha affermato che molti pastori Fulani spesso affittano in maniera legittima le terre sulle quali pascolare il bestiame per alcuni anni consecutivi, pagando fino a 3 mila dollari statunitensi per diversi ettari.
Bayor del Wanep ha confermato che i leader tradizionali spesso affittano le proprie terre senza tenere in considerazione i residenti locali. Kwesi Aning, che dirige il Dipartimento per la gestione della prevenzione e la risoluzione del conflitto del Centro di formazione per il mantenimento della pace internazionale di Kofi Annan ad Accra, ha dichiarato che i pastori Fulani non costituiscono una minaccia per la sicurezza nazionale. “Quello che costituisce una minaccia per la nostra sicurezza collettiva è il modo in cui i cosiddetti ‘indigeni’ ghanesi percepiscono i Fulani, la maggior parte dei quali sono in realtà cittadini del Ghana”, ha detto. La gestione ghanese dei pastori Fulani è una violazione completa del protocollo Ecowas sulla transumanza “Link”, di cui il Ghana è firmatario”, ha proseguito. Il protocollo regola i movimenti dei pastori nomadi all'interno dell'Africa Occidentale. “Spiega chiaramente le regole ed i regolamenti riguardo a dove devono passare con il bestiame, dove devono essere presenti fori per l'acqua e dove devono essere presenti avamposti veterinari per la cura del bestiame. Noi [autorità ganesi] non stiamo seguendo il protocollo,” ha osservato. “Questo è un fallimento dello stato, ed in più un deliberato processo di manipolazione da parte delle comunità che i Fulani attraversano o nelle quali si trovano, per intimidirli, derubarli, abusarne o attaccarli”, ha continuato.
Il pastore Herdsman ha detto: “Non siamo criminali. Talvolta il bestiame dei pastori nomadi vaga per le fattorie della gente. Ma gli agricoltori locali spesso uccidono il bestiame invece di denunciare l'incursione ai proprietari del bestiame. E' qui che comincia il conflitto spesso”. I pastori talvolta devono portare con sé armi per proteggere il bestiame, ha fatto notare, ma solo una piccolissima minoranza le usa per rubare. “Solo pochi di noi si comportano male. Tutto ciò che vogliamo è che le autorità vengano a parlare con noi [per identificare chi commette i crimini]”.
(Zachary Ochieng, traduzione di Sara Marilungo)