Le Finestre di Psicoradio, pillole sulla salute mentale in tempo di coronavirus
BOLOGNA - Malattia mentale, pregiudizi, paure, lockdown. Anche in questo periodo di emergenza non si ferma la Psicoradio, radio di Bologna fatta da pazienti psichiatrici, che hanno rimodulato il loro lavoro per renderlo compatibile con la distanza imposta. Il risultato sono le “Finestre di Psicoradio”, brevi pillole audio di 5 minuti che declinano il tema della salute mentale, in particolare in tempo di coronavirus: le finestre sono quelle di casa, dalle quali ci siamo affacciati in questi mesi di clausura, ma anche le finestrelle nelle quali ognuno di noi è inquadrato durante le videochiamate di gruppo. Dei podcast in pillole che raccontano cosa succede quando una persona con un disagio psichico si trova chiusa in casa, tra aneddoti, paure e speranze. “L'idea è quella di diffondere piccole pillole di comunicazione e cultura sulla salute mentale – commenta la direttrice Cristina Lasagni –, realizzate da persone ‘esperte per esperienza’, che sul tema del disagio psichico riflettono ormai da anni, sempre con un occhio giornalistico”.
Fate un po’ piangere la mamma!
Nella nuova puntata, la sedicesima, la redazione di Psicoradio affronta uno stato psicologico molto particolare: la depressione post partum. Silvana Quadrino, pedagogista e psicologa dell’età evolutiva, descrive quali segnali, in una donna che ha appena partorito, devono far preoccupare quando si presentano con eccessiva frequenza. “Diventa sintomo tutto quello che è eccesso – spiega la dottoressa –. Momenti di nervosismo nei confronti del bambino sono normali, ma se diventano la norma, ad esempio la mamma non lo vuole allattare, non lo vuole tenere in braccio, soffre di un eccesso di insonnia o si rifiuta di parlare delle sue difficoltà, non sono da sottovalutare”.
Le Finestre di Psicoradio - Tutte le puntate
#restoacasa, ma posso almeno uscire di testa?
Nella prima puntata dal titolo “#restoacasa, ma posso almeno uscire di testa?”, i redattori raccontano cosa succede quando una persona con un disagio psichico si trova chiusa in casa, tra aneddoti, paure e speranze.
Dall’inferno all’Everest
Nella seconda puntata ascoltiamo il diario di bordo di Giovanni che, a suon di musica, racconta come si possa "resistere, esistere e riesistere" durante la quarantena. Una traversata fatta di alti e bassi, difficoltà e piccole gioie, perché il lockdown per un paziente psichiatrico può assumere le sembianze di un brutto incubo.
Gipi, vite disegnate male
Nella terza puntata, il fumettista Gipi parla del suo primo approccio con la psichiatria. Una chiacchierata davanti a una birra, un incontro, nel quale l’artista racconta il momento nel quale ha capito la differenza tra un "artistoide spostato" e una persona che soffre per un disagio psichico, senza avere la fortuna di poter elaborare il proprio dolore attraverso l’arte.
Che confusione, troppe notizie. È l’infodemia, bellezza!
Nella quarta puntata si parla delle notizie sul coronavirus, spesso in contrasto tra loro, che riempiono i mezzi di informazione, i social e anche le nostre teste. L'Oms parla di "infodemia", un'inondazione di informazioni che non si ha il tempo né la possibilità di verificare. Questo alza il livello di ansia e il senso di insicurezza generale. Serve cautela, o si rischia di creare un radiogiornale pieno di fake news, proprio come quello che la Psicoradio si è divertita a creare per voi.
Abbiamo tanta pazienza. Ma siamo persone, non pazienti
Matto, pazzo, fuori di testa, psicotico. Nella quinta puntata, i redattori della Psicoradio analizzano i termini utilizzati per definire chi soffre di un disagio psichico, perché anche l’apparentemente più neutro “paziente psichiatrico”, in alcuni contesti, può essere una definizione difficile da sopportare, discriminante. Non è facile trovare un termine adatto e rispettoso per tutti: la discussione in redazione è continuata, finché Lorenzo ha chiuso poeticamente dicendo: “Di quello che pensa la gente mi interessa il giusto. La società non ha le chiavi della mia felicità”.
Un abbraccio al telefono
La sesta puntata raccoglie le storie degli operatori della linea di aiuto psicologico “Parla con Noi”. Alcuni volontari delle associazioni di parenti e familiari di persone con disagio psichico ci hanno raccontato come funziona il servizio telefonico di aiuto psicologico. Maria Parraccino, dell’associazione Cristina Gavioli, parla del suo rapporto con una signora depressa e sola che, grazie a lei, ha vinto la fobia del contagio, mentre Lucia Luminasi, dell'associazione il Ventaglio di Orav, racconta di un ragazzo depresso che soffre l’isolamento e aspetta la sua telefonata per cominciare al meglio la giornata.
Van Gogh, psicofarmaci e cinque lune
Nella settima puntata ci sono l’artista maledetto, la pazzia creativa, l’arte che si nutre di follia: immagini ricorrenti, tanto da diventare quasi stereotipiche. Ma la storia è popolata di artisti che hanno sofferto di disagio psichico: Goya e Munch, tormentati dalla depressione, così come Caravaggio, in preda ad ire tanto furiose da commettere un omicidio. Adolf Wölfli soffriva di allucinazioni, e Van Gogh disperatamente si definì “un pazzo epilettico” prima di suicidarsi. “Se Van Gogh fosse stato curato con psicofarmaci, sarebbe stato ancora Van Gogh?” chiede una redattrice di Psicoradio a Silvia Evangelisti, esperta d’arte. “Se gli psicofarmaci gli avessero spento gli incubi e la febbre negli occhi, Van Gogh avrebbe visto il mondo come lo vediamo noi, e avrebbe dipinto una sola luna, non cinque”.
Nello, uno psichiatra in cucina
“Se avessi continuato a fare lo psichiatra, avrei impiantato un laboratorio di psicoterapia in cucina”. Nell'ottava puntata ecco le parole di Martino "Nello" Ragusa, psichiatra che ha deciso di non esercitare più per dedicarsi alla sua passione per la cucina, trasformandola in un lavoro e pubblicando diversi libri. Ma non può fare a meno di leggere ancora il mondo con gli occhi di chi conosce bene la psiche umana. “A una persona che soffre di bulimia, che si inginocchia davanti al frigo e che divora qualunque cosa, mi sarebbe piaciuto spiegare che quell’oggetto che sta divorando ha un nome, una storia, una sua dignità. Quindi prendere in mano questo carbone ardente, questo persecutore consolatore che è il cibo, e dire: bene, adesso siamo uno di fronte all’altro, ci affrontiamo, e vediamo se possiamo trovare un accordo”.
“Non siamo soli al mondo”, introduzione all'etnopsichiatria
Molti sono i modi di concepire la malattia e la cura nel mondo. Cosa può fare uno psichiatra o uno psicoterapeuta occidentale quando si trova di fronte a persone che stanno male ma che provengono da culture molto diverse? L'etnopsichiatria studia i disturbi psichici tenendo conto del gruppo etnico e del contesto culturale in cui si manifestano. In questa Finestra di Psicoradio, i redattori tracciano una breve introduzione a questa disciplina, servendosi delle parole del neuropsichiatra Piero Coppo e dell'etnopsichiatra Roberto Maisto.
John Lennon e Bob Dylan sul lettino
Il rapporto fra musica e psiche è consolidato e Psicoradio prova ad approfondirlo da un punto di vista psicoanalitico, con l'aiuto dello psicoanalista Angelo Villa, che analizza le canzoni di due grandi musicisti come John Lennon e Bob Dylan. “Mother” di Lennon ruota attorno al rapporto con la madre e il padre, mentre la tematica più interessante di Dylan è quella legata alla sua identità inafferrabile e sfuggente.
A Capo Nord bisogna andare due volte
Può una persona disabile viaggiare e andare fino a Capo Nord? In questa puntata delle Finestre di Psicoradio, i redattori hanno intervistato Valeria Alpi, giornalista lei stessa con una disabilità, che da tempo si occupa di tematiche legate al sociale. Recentemente Valeria ha scritto “A Capo Nord bisogna andare due volte”, un libro che parla della sua esperienza a Capo Nord, tra aspettative, sorprese e imprevisti. Tante le domande dei redattori, che alla fine chiedono all’autrice: perché proprio due volte?
Un matto in visita a Psicoradio
Nella dodicesima puntata, dopo aver ascoltato la canzone “Un Matto” di Fabrizio De Andrè, riflettiamo sull'incapacità di comunicare delle persone con disagio psichico: spesso i concetti vengono percepiti dall’esterno in maniera errata come un problema di natura psichica, mentre il più delle volte sono le persone stesse a non volere capire, forse per levarsi un peso. La canzone di De Andrè ci fa porre una domanda: chi è che ha veramente un problema, il cosiddetto “matto” che non riesce ad esprimersi, o gli altri che non vogliono capire? A voi la risposta.
Quali paure hanno gli adolescenti?
Adolescenza, riconoscimento, fiducia in se stessi. Nella tredicesima puntata alcuni studenti del liceo socio-psicopedagogico Laura Bassi di Bologna, in stage a Psicoradio, hanno raccontato le loro paure, tanto legate alla scuola quanto alla vita in generale. Una su tutte, quella di non piacersi e non piacere agli altri.
Dare un nome al dolore
“Quando entri nell’ambito psichiatrico ti chiedi: se non sono normale, allora cosa sono? E allora entra in gioco la diagnosi, la descrizione dei sintomi, il nome che viene dato al dolore”. In questa puntata, la 14esima, alcuni redattori di Psicoradio raccontano il rapporto con la propria diagnosi, che a volte negli anni è cambiata, altre volte è mutata al cambiare del medico curante. Il rapporto con la propria diagnosi è complicato: rifletterci e parlarne significa anche crescere e sviluppare capacità critica. È un processo che mette di fronte a ingiustizie e a umiliazioni subite, ma anche alle proprie debolezze: “A volte diciamo che i medici sbagliano la diagnosi, ma noi quanto siamo disposti a metterci a nudo per dire come stiamo davvero?”.
Dare un nome al dolore
Nella quindicesima puntata, i redattori di Psicoradio tornano a parlare di psicofarmaci, in particolare di antidepressivi. Tra le tante voci e opinioni, c’è anche chi afferma che questi medicinali non servirebbero a molto e che verrebbero usati più per il loro effetto placebo. Cercheremo di capire se è vero con l’aiuto di due psichiatri del Dipartimento di salute mentale di Bologna: Marco Menchetti e Antonella Piazza. Esistono tanti tipi di antidepressivi e ogni persona reagisce a essi in modo diverso in periodi diversi: il consiglio dei medici è quindi quello di non smettere mai autonomamente di prenderli e rivolgersi a uno specialista.
Psicoradio, la radio della mente
È nata nel 2006 in collaborazione con Arte e Salute onlus e il Dipartimento di salute mentale dell’Azienda Usl di Bologna. Per continuare a realizzare i programmi anche durante il blocco delle attività dovuto alla pandemia di coronavirus, oggi i redattori registrano gli audio con il proprio smartphone e li montano attraverso programmi installati sui loro computer. La redazione si “riunisce” a distanza con videochiamate attraverso la piattaforma Zoom: l’appuntamento è tre volte alla settimana, per discutere dei prossimi temi e della strutturazione dei programmi, ma anche semplicemente per chiacchierare e confrontarsi.