Il razzismo è una brutta storia: la Feltrinelli dice ''no'' alle discriminazioni
ROMA – “Non posso tornare nel mio paese, perché è occupato, e qui non esisto. Il razzismo è in tutti noi, quando ammetteremo questo, saremo veramente in grado di sconfiggerlo”. Jehad Othman è un rifugiato palestinese che vive in Italia da diversi anni. Anche lui ha voluto portare la sua testimonianza e mettere il suo “No”contro il razzismo per l’iniziativa lanciata dalla Feltrinelli: “Il razzismo è una brutta storia. Copriamola di no”. La campagna, che ha preso il via a dicembre a Milano, ieri ha fatto tappa a Roma, dove diversi testimonial legati al mondo della letteratura, del cinema e dello spettacolo hanno voluto lasciare un segno contro ogni forma di discriminazione.
Da Cristina Comenicini, a Stefano Benni, a Silvio Muccino, in un clima di festa animato dalle musiche africane della Ruggero Artale band, in tanti hanno voluto coprire di nero il pannello sul quale era scritta la parola razzismo. Tra loro anche Carlotta Mismetti Capua, che ha presentato a tutti la storia di Akmed e del gruppo “La città di Asterix”, da lei creato su Facebook per raccontare la vicenda di quattro ragazzi afgani arrivati a Roma attraverso un traffico internazionale.
L’iniziativa continuerà per tutto il 2009. In ogni libreria all’insegna dello slogan “Il razzismo è una brutta storia e ci sono tanti modi per dirlo” verranno presentati libri, film e eventi letterari sul tema. Accanto a queste iniziative le Librerie Feltrinelli hanno previsto uno stanziamento di fondi per un progetto di integrazione delle persone straniere nel nostro paese. (ec)