29 gennaio 2018 ore: 11:16
Famiglia

L'assistenza agli anziani fragili: metodi relazionali al posto dei farmaci

A Rimini il 9 e 10 marzo il convegno internazionale organizzato dal Centro Studi Erickson. Esperti di fama internazionale svilupperanno una riflessione sugli approcci non farmacologici per prendersi cura delle persone anziane con deterioramento cognitivo o demenza
Anziano seduto e assistente, badante

ROMA – Curare gli anziani fragili, ma senza farmaci: è possibile, quando il contesto relazionale è sano ed efficace. E' quel che si propone di dimostrare il Centro Studi Erickson, organizzando il 2° Convegno internazionale a Rimini, in programma per il 9 e 10 marzo, dedicato proprio a questo tema. Un tema fondamentale, visto che gli anziani nel mondo sono oggi circa 900 milioni, ma si prevede che diventeranno ben 2 miliardi nel 2050. L'Italia è il paese più “anziano” in Europa e, nel mondo, è seconda solo al Giappone. Ragion per cui il tema dell'invecchiamento sta attirando sempre più attenzione, ma il dibattito tende a concertarsi su aspetti medici ed economici.

Di qui lo sforzo del Centro Erickson di riportare nella discussione il tema fondamentale delle relazioni. “Spesso i farmaci vengono usati come mezzo di contenzione, in alternativa a quella fisica, sia nelle strutture residenziali sia a casa – osservano i promotori - Minore attenzione è attribuita alla necessità di innovazione verso una metodologia esistenziale: come rispettare l’umanità e i diritti profondi degli anziani fragili e come coinvolgere le famiglie nel prendersi cura? Come evitare che si sentano solamente l’oggetto di pratiche assistenziali? E allo stesso tempo, come favorire il benessere degli operatori?”. Proveranno a rispondere a queste e altre domande gli esperti convocati a Rimini, ai quali è chiesto di offrire spunti concreti e approcci innovativi che mettano al centro la relazione, sviluppando una riflessione sugli approcci non farmacologici per prendersi cura delle persone anziane con deterioramento cognitivo o demenza

Gli approcci non farmacologici – spiega il centro studi Erickson - si sviluppano attraverso alcuni punti fondamentali: primo, “coinvolgendo la persona anziana nelle situazioni e nelle decisioni che la riguardano il più possibile, evitando azioni e atteggiamenti che ledano la sua dignità e valorizzando le capacità e le sue competenze residue”; secondo, “accettando la persona con tutte le sue caratteristiche e sfaccettature”; terzo, “adattando spazi e attività rispettando esigenze, preferenze e tempi della persona. Se si mette l’anziano al centro, sarà più facile agire e porsi in modo propositivo. Ascoltarlo, 'mettersi nei suoi panni' è fondamentale per relazionarsi con lui in modo efficace”; quarto “valorizzando il background culturale e la storia di vita della persona tenendo ben presente che ognuno di noi, compreso l’anziano fragile e disorientato, è unico e irripetibile”. 

Si parlerà inoltre di come riconoscere i maltrattamenti e ripensare le relazioni nelle istituzioni (ad esempio RSA, centri diurni, reparti di ospedale); di come comprendere e gestire i disturbi comportamentali nell’anziano affetto da demenza; della soggettività dell’anziano nelle relazioni di cura; del sostegno agli anziani a domicilio; degli ambienti “su misura”.

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