La Feantsa contro Cameron: “Ingiustificato l’allontanamento di homeless e mendicanti”
ROMA - Per quei pochi cittadini europei che hanno fatto uso del loro diritto alla libera circolazione in Europa, il viaggio verso una vita migliore - immaginata all'estero - non ha avuto successo. La Feantsa, la Federazione europea delle organizzazioni nazionali che si occupano dei senza dimora, ricorda che in diverse città europee, come Londra, Parigi o Copenaghen, “c'è una percentuale significativa di immigrati europei tra la popolazione senza fissa dimora”.
La precisazione viene effettuata in concomitanza con le polemiche sollevate in sede europea dalla presa di posizione del governo Cameron che, in occasione dell'ingresso della Romania e della Bulgaria nell'area Schenghen, ha annunciato l’intenzione di adottare una serie di misure per impedire un massiccio afflusso di lavoratori proveniente da questi paesi. E per rimpatriare coloro che saranno trovare in attività di accattonaggio o a dormire per strada.
“La libera circolazione non è solo uno dei pilastri fondatori dell'Ue – ricorda la Feantsa -, ma anche uno dei suoi più importanti successi. Il primo ministro David Cameron sembra dimenticare che ci sono prove che dimostrano che gli allargamenti dell'Ue nel 2004 e nel 2007 hanno avuto un impatto positivo sulle economie degli Stati membri e non hanno portato a gravi turbative nei mercati del lavoro. Inoltre, secondo un recente studio sull'impatto dei cittadini dell'Ue sui sistemi nazionali di sicurezza sociale, gli stessi cittadini europei di altri Stati membri usano prestazioni assistenziali in maniera non più intensa rispetto ai cittadini del paese ospitante”.
Continua la Feantsa: “David Cameron ha dichiarato che ‘se le persone non sono qui per lavorare - se sono trovate a svolgere attività di accattonaggio o a dormire per strada - saranno respinti’. Vogliamo ricordare al governo britannico che, secondo il diritto dell'Unione, i cittadini dell'Ue possono essere espulsi solo se diventano un onere eccessivo per il sistema di assistenza sociale o per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza. Una misura di allontanamento non dovrebbe essere la conseguenza automatica di un ricorso al sistema di assistenza sociale e lo Stato membro ospitante dovrebbe esaminare se si tratta di un caso di difficoltà temporanea e tener conto della durata del soggiorno, della situazione personale e dell'ammontare dell'aiuto concesso al fine di valutare se il beneficiario è diventato un onere eccessivo per il proprio sistema di assistenza sociale e procedere con la sua espulsione. Inoltre – ricorda la Feantsa -, prima di prendere una decisione di allontanamento per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza, lo Stato membro ospitante deve tener conto delle considerazioni. Del tipo: quanto tempo la persona interessata ha risieduto sul suo territorio, la sua età, lo stato di salute, famiglia e situazione economica, integrazione sociale e culturale nello Stato membro ospitante e l'estensione dei suoi legami con il paese d'origine”.
“Pertanto, espellere le persone perché dormono per strada o perché mendicanti sarebbe illegittimo, in quanto non sono un onere per l'assistenza sociale, né sono una minaccia per la sicurezza pubblica. Cameron dovrebbe riuscire anche a rendersi conto che alcune persone che dormono in strada hanno un lavoro, ma non riescono a trovare una sistemazione per la difficoltà di accedere agli alloggi a prezzi accessibili. Essere senzatetto è molto raramente una scelta e se i migranti diventano lo diventano è di solito a causa di una mancanza di politica migratoria capace di fornire loro adeguate opportunità e di rimuovere gli ostacoli alla loro piena integrazione nella società”.
La Feantsa si oppone dunque alle espulsioni arbitrarie e invita l'Ue e gli Stati membri a “garantire l'accesso ai servizi e alle strutture di base, senza imporre una minaccia di espulsione per coloro che sono indigenti e bisognosi di sostegno”. Per la Federazione, questi servizi di base dovrebbero includere cibo, assistenza sanitaria, alloggio e altri servizi per i senza fissa dimora, quali servizi igienici, lavanderia e deposito”. La Feantsa ritiene inoltre che “una soluzione a lungo termine può essere raggiunta solo attraverso adeguate politiche sociali che comprendono l'accesso ai servizi che aiutino le persone in crisi a tornare sulla strada giusta. Ciò può avvenire solo attraverso la collaborazione tra gli Stati membri e con il sostegno dell'Ue”.