Legambiente alla regione Lazio: "Concludere il censimento dell'amianto"
Fibre di amianto - Nuova
“Con questa nuova campagna di educazione alla legalità, negli scorsi mesi abbiamo coinvolto 1.200 studenti di 44 diverse scuole di tutta la regione in incontri tematici, dai rifiuti al ciclo delle acque, dal cemento ai nuovi inquinamenti” – dichiara, Cristiana Avenali direttrice Legambiente Lazio. Questa attività dell'Osservatorio ambiente e legalità è molto importante. La crescita delle adesioni evidenzia l’interesse degli studenti e degli insegnanti”. E prosegue: “E’ con i giovani che si deve dialogare per affrontare il tema della legalità e della qualità ambientale. Abbiamo ragionato anche di nuovi inquinamenti come l'elettrosmog, visto che sono grandi utenti di telefonia mobile, ma anche dei pericoli dell’amianto”.
Dopo aver denunciato i cassoni abbandonati sul Tevere sotto Ponte Milvio, ottenendone la rimozione, Legambiente torna ad occuparsi di amianto, puntando ora altri cassoni per l'acqua in eternit, denunciati dalle mamme dei bambini della scuola Anna Magnani di Roma, che a breve dovrebbero essere rimossi secondo quanto comunicato pochi giorni fa. Ma sono migliaia gli altri casi, tra questi quelli più recenti segnalati dai cittadini di tutto il Lazio al numero gratuito 800 911 856 dell'Osservatorio ambiente e legalità, sui quali Legambiente ha attivato opportune verifiche.
A pochi giorni dall'uscita del nuovo Rapporto Ecomafie di Legambiente (che sarà presentato il 4 Giugno), l'associazione ricorda i dati della precedente edizione per il Lazio: da una parte si è registrata una diminuzione del 20% del numero complessivo degli illeciti ambientali, che fa scendere la Regione dal quarto al quinto posto, subito dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, ossia Campania, Calabria, Sicilia e Puglia; dall’altra è impressionante l’aumento dell’illegalità nel settori dei rifiuti e ancor più in quello del cemento, dove il Lazio si classifica al quarto e al terzo posto, rispettivamente con 291 e 774 reati ed una percentuale del 7,4% e del 10,3%. Rimane invece stabile al primo posto nel settore delle archeomafie, con una percentuale immutata del 15,3%. (Elena Montano)