MAMADOU VA A MORIRE
In Tunisia, lungo la costa di Zarzis, c’è il Museo della memoria del mare. “Ogni giorno dopo il turno alle poste, Mohsen Lidhiheb raccoglie da undici anni gli oggetti consegnati dal mare lungo 150 chilometri di spiagge… Una memoria di plastica, fatta con opere d’arte sui paradossi dell’uomo moderno… Una delle installazioni…è dedicata a Mamadou. È una montagna di almeno 150 paia di scarpe. Sono scarpe nuove, sono scarpe sportive e giovanili. Roba che non si butta. Sono le scarpe dei naufraghi”. “Mamadou va a morire” ha il merito di spiegare cosa c’è prima, durante e dopo i viaggi verso la “Fortezza Europa”. Prima c’è la miseria senza futuro, il febbrile mettere da parte denaro per un unico scopo, per scappare imitando “chi ce l’ha fatta”. Durante ci sono condizioni di vita subumane, pericoli di ogni genere, corruzione e abusi subiti da qualsiasi tipo di “autorità”, mesi, a volte anni di viaggio, e in molti casi la morte. Dopo ci può essere un traguardo raggiunto, ma spesso c’è una espulsione, un “rimpatrio” che può trasformarsi in una permanenza di mesi dentro carceri di massima crudeltà, in un abbandono in mezzo al deserto dopo 1.000 chilometri a bordo di un cassone senz’aria, o in entrambe le cose assieme; e di nuovo, dopo, ci può essere la morte. Sulle rotte africane e asiatiche verso il vecchio continente restano falciati da anni migliaia di uomini e donne, vittime di naufragi, di uccisioni a freddo o provocate dalle angherie, di stenti, del sole del Sahara. E a chi non è riuscito a raggiungere l’Europa, ma si è salvato dopo il primo tentativo, non resta che partire di nuovo, e poi ripartire, preda di un’ossessione che non sembra poter essere scalfita dalla paura di morire o delle conseguenze di un altro fallimento. “Mamadou va a morire” è il frutto di un réportage durato quasi dodici mesi, gli ultimi tre trascorsi in viaggio attraverso Marocco, Sahara Occidentale, Mauritania, Mali, Senegal, Tunisia, e infine Turchia e Grecia. Centinaia di vicende personali e di numeri, raccolti in pagine che richiedono molto più tempo del normale per essere assorbite. Il libro riesce a spiegare con esattezza tutte le principali varianti delle migrazioni, in particolare dall’Africa, verso le frontiere europee sul Mediterraneo.