10 dicembre 2016 ore: 12:04
Immigrazione

Migranti, "basta parlare di emergenza: serve pianificazione"

Il sindaco di Milano interviene all'incontro sui rifugiati in corso in Vaticano, con la partecipazione di 80 sindaci. "Dobbiamo permettere ai cittadini di capire dove sta il problema, parlare continuamente di emergenza non aiuta". E l'Europa "deve dotarsi di un piano a lungo termine degno di questo nome"

Roma - Basta parlare di "emergenza", per profughi, migranti e rifugiati. A lanciare l'appello e' stato Giuseppe Sala, sindaco di Milano, intervenendo all'incontro sui rifugiati in corso in Vaticano, con la partecipazione di 80 sindaci. "Continuare a titolare 'emergenza profughi' - ha esordito il sindaco del capoluogo lombardo, come riportato da Agenzia Sir - e' un danno grave per la comunita': vuol dire non mettere in condizione i nostri concittadini di capire dove sia il problema". "Oggi, in particolare a Milano, il tema relativo ai rifugiati e' quasi interamente sulle spalle dei comuni", ha denunciato Sala, secondo il quale "manca una reale politica di integrazione che si rifletta in una pianificazione, che vuol dire anche dotarsi di stanziamenti finanziari adeguati. Se non ci sono piani, risorse, e' molto difficile che si esca dalla situazione italiana". "A Milano, negli ultimi tre anni - ha reso noto il sindaco - abbiamo accolto piu' di 100mila profughi, di cui 23mila minori". Se prima, pero', i profughi "si fermavano poco, tendevano ad andare verso Nord o verso Ovest, e il nostro compito era dare loro una prima accoglienza", ora - ha detto Sala - "la situazione e' molto cambiata, per questioni principalmente politiche, dovute alla difficolta' delle frontiere: prima si fermava il 5% dei profughi, ora si ferma e chiede asilo l'80% di essi, e questo e' avvenuto in soli sei mesi. Oggi, a Milano, 3.800 profughi sono in attesa di capire se possono ottenere tale 'status' e quindi richiedere l'asilo". A Milano un cittadino su dieci fa il volontario: "Non so in quale altra citta' del mondo cio' accada", ha commentato il sindaco ricordando anche la collaborazione con la Chiesa. "Milano nel passato ha integrato persone che venivano da altre parti d'Italia, adesso integra chi viene da altre parti del mondo", anche con il lavoro, grazie a "lavori semplici".

"Dobbiamo chiedere che l'Europa, sulle politiche per l'immigrazione, si doti di piani a lungo termine, degni di questo problema, e che la si smetta di dipingere come un'emergenza quella che e' una realta' nella nostra società", ha poi affermato Sala. "Noi sindaci - ha spiegato - dobbiamo continuare instancabilmente a fare la nostra parte, ma parlare di accoglienza e' solo una piccola parte, poi c'e' l'integrazione". Per quanto riguarda l'Italia, dove "non esiste un vero piano nazionale di accoglienza e integrazione", Sala ha proposto "che ci sia qualcuno che di fronte a tale situazione possa arrivare a decidere in fretta". I tempi, infatti, per la definizione del diritto a richiedere l'asilo contemplano, nel nostro ordinamento, tre gradi di giudizio e "portano a tempi lunghissimi, a volte due o tre anni". Di qui la necessita', per il sindaco di Milano, "che il governo valuti l'ipotesi di un Commissario ad hoc, o di un Ministro, o di qualche persona che abbia reali poteri" per rispondere alle esigenze dei profughi, che "arrivano nel nostro Paese e poi sono subito scaricati alle Regioni e da li' ai Comuni". (DIRE)

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