30 giugno 2014 ore: 12:09
Disabilità

Natty, la bimba Down “bella e solare” che posa per le aziende

Ha 7 anni, ma già a 4 il suo volto fu scelto dai marchi “Frugi”e “JoJo Maman Bebe”: ora è la catena britannica “Sainsbury” a raccogliere la richiesta della mamma, “ambasciatrice di bambini nati così”. Perché? “perché un giorno tutto ciò non ci sorprenda più”
Natty, la bambina Down "testimonial"

ROMA – “Ognuno di noi deve poter vedere rappresentata sui media ogni persona, che sia disabile o meno”: è questa la ragione per cui Hayley ha scelto di far posare sua figlia Natty, sette anni e sindrome di Down, per la campagna pubblicitaria di prodotti per la scuola “Back to school”. della catena britannica “Saninsbury”. E non è la prima esperienza del genere, per Natty, che già 3 anni fa aveva prestato il suo volto per le aziende “Frugi” e JoJo Maman Bebe. Una scelta consapevole e convinta, quella di Haylei Goleniowska, ex insegnante di lingua e blogger, che assicura: “Sono così felice che tante persone potranno vedere che Natty è una bambina bella, solare e allegra come tante altre”. L'obiettivo è, in altre parole, mostrare al mondo che un figlio Down in famiglia può diventare anzi un motivo di gioia e di serenità. Quando, incinta di Natty, i genitori scoprirono che molto probabilmente la bimba sarebbe stata Down, smisero di indagare e decisero di respingere”l’assunto per cui se un bambino risulta malato, automaticamente si deve abortire”, spiegano in un’intervista rilasciata al Telegraph

Non fu facile, dopo la nascita di Natty: amici e parenti “non ci mandavano biglietti, né sapevano se congratularsi”, ma nel frattempo la mamma si convinceva, giorno dopo giorno, che “la diagnosi non faceva alcuna differenza per Natty, capimmo che era nostra figlia e non un insieme di sintomi o di predizioni future”. Fu forse la frase di medico a dare l’incoraggiamento decisivo alla mamma e al papà di Natty: “Voi diventerete ambasciatori dei bambini nati così”. In quel momento, i due non capirono, ma “ora – spiega la donna – quando ricevo un’e-mail da una famiglia o una mamma in ospedale che dice: ‘Il tuo blog ha segnato la mia vita; ora posso guardare quel che ci riserva il futuro’, allora comprendo che stiamo facendo la cosa giusta”. Ora che la notizia della pubblicità di Saninsbury fa il giro del mondo, la mamma commenta: “Sarebbe bello se non facesse notizia. Più le pubblicità sono inclusive – mostrando bambini in sedia a ruote, con sindrome di Down o altre disabilità – meglio è. E un giorno, speriamo che non sorprendano più”. (cl)

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