19 maggio 2014 ore: 11:37
Società

Nidi e scuole dell’infanzia a Roma: Cattoi replica alle proteste

Mentre si diffonde la petizione contro il disegno di riordino del servizio, l'assessore precisa: “Il piano non è ancora definitivo”. E replica: “Nessuna figura gerarchica, ma finalmente riconoscimento del ruolo. Cambiamento non è peggioramento”
Alberto Cristofari/Contrasto Asilo nido: bambini fotografati dall'alto

Foto di Alberto Cristofari

ROMA – Resta alta l’attenzione del personale educativo e scolastico impiegato nei nidi e nelle scuole dell’infanzia del comune di Roma, che dal prossimo anno potrebbero essere interessate da una generale riorganizzazione. Si sta diffondendo in questi giorni la petizione lanciata da Usb, che evidenzia i nodi critici del nuovo impianto e chiede il ritiro della proposta. Sulla questione generale e sulle criticità particolari evidenziate dal personale aderente alla protesta, interviene l'assessore alla Scuola Alessandra Cattoi. 

Il nuovo impianto organizzativo dei servizi educativi e scolastici di Roma Capitale suscita diverse preoccupazioni tra il personale coinvolto. Al di là delle questioni economiche, c'è il timore che si possa stravolgere il modello educativo, attraverso una nuova organizzazione dei rapporti di lavoro interni alla scuola e alle singole sezioni. Come replica a queste singole obiezioni?
Voglio innanzitutto precisare che il piano organizzativo di cui parliamo non è ancora definitivo. È stato infatti elaborato dagli uffici del nostro dipartimento per far fronte alle problematiche sorte per l’erogazione del salario accessorio dei dipendenti capitolini, e quindi anche di educatrici e insegnanti di nidi e scuole d’infanzia. Detto questo, penso che timori e preoccupazioni che ha suscitato siano infondate. Quello che viene proposto è un modello teso a dare una migliore organizzazione ai servizi per l’infanzia, anche attraverso la valorizzazione del personale che svolge un lavoro preziosissimo. 

Tra le principali critiche, c’è quella che riguarda la rottura dell'orizzontalità del gruppo di lavoro e l’introduzione di una gerarchizzazione, che rischierebbe di dividere le educatrici in “semplici” e “superiori”, con l'inserimento di figure come quella della referente.
Il referente di struttura non è una figura gerarchicamente superiore. Si tratta di un ruolo che riconosce l’attività di programmazione e di supporto alla gestione delle attività della scuola che molte insegnanti già svolgono, anche al di fuori delle classi, e che viene finalmente riconosciuto anche da un punto di vista economico. 

In un periodo di forte crisi economica e disoccupazione, si propone un modello organizzativo che "manda a casa" tutti i precari finora impiegati in sostituzioni e supplenze. E’ così?
Non è vero che manderemo a casa tutto il personale precario, ma bisogna anche organizzare il lavoro senza pensare di far ricorso sempre alle supplenze. Inoltre, se riusciremo a ottenere dei risparmi razionalizzando l’attuale organizzazione del lavoro questo ci consentirà di reinvestire nel settore dei servizi per l’infanzia. E quindi aprire nuovi nidi e nuove scuole e assumere personale non più precario. 

Un altro nodo critico è l’allungamento dei turni di lavoro delle educatrici: si “spreme” chi lavora, a scapito della qualità del servizio offerto ai bambini…
In questo caso devo dire che le 3 ore in più che si richiedono rispettano i parametri previsti dal contratto nazionale. È  necessario adeguarsi all’orario di lavoro che vale in tutto il resto d’Italia.

Non si rischia di mettere in moto un flusso di trasferimenti a scapito della continuità didattica? Quali attenzioni crede che si debbano prestare in questa riorganizzazione, dal punto di vista pedagogico?
Voglio innanzitutto precisare che eventuali trasferimenti saranno solo su base volontaria. E ribadire ancora una volta che l’obiettivo della riorganizzazione è innanzitutto quello di incrementare un livello di qualità dei servizi educativi e scolastici, che è già alto. L’aspetto pedagogico naturalmente è quello che più ci sta a cuore e da questo punto di vista sono sicura che le nostre scuole e i nostri nidi continueranno a offrire il meglio, grazie all’impegno e alla professionalità di educatrici ed insegnanti. Per sostenerle in questo gravoso compito continueremo ad appoggiarle anche attraverso un percorso permanente di formazione e aggiornamento. 

Cosa si sente di dire, in conclusione, a chi contesta questo nuovo impianto organizzativo?
Timori legati al cambiamento sono comprensibili, fanno parte del’indole degli esseri umani. Ma l’immobilità è deleteria soprattutto laddove si riscontra inefficienza. Discutiamo allora e confrontiamoci sui vari punti della proposta. Ci sono margini per migliorarla. Ma non partiamo dal pregiudizio che qualunque cambiamento sia sinonimo di peggioramento. (cl)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news
Maggio
LunMarMerGioVenSabDom
2829301234567891011121314151617181920212223242526272829303112345678
Maggio
LunMarMerGioVenSabDom
2829301234567891011121314151617181920212223242526272829303112345678