A Padova aumentano le associazioni, ma quelle strutturate fanno ancora fatica ad aprirsi ai giovani sempre più attivi in nuove forme di volontariato. È quanto racconta il nuovo rapporto del Csv di Padova presentato oggi. Il presidente Alecci: “Fili invisibili che connettono una comunità che fa della solidarietà il suo vero collante”
PADOVA - È fatto in gran parte di tante piccole realtà, offre servizi alla cittadinanza senza distinzione, si occupa maggiormente di cultura e sport, ma soprattutto continua a crescere senza sosta. È il mondo del volontariato padovano raccontato dal Rapporto annuale 2019 “Azioni, volti e sogni del volontariato padovano” realizzato dal Centro di servizio per il volontariato provinciale di Padova e presentato oggi nella Sala Rossini del Caffè Pedrocchi. Un rapporto che mostra ancora una volta un volontariato vivace nella città Capitale europea del volontariato del 2020 e che intende raccontare “i valori, gli ideali, le motivazioni, le fragilità, i sogni e tutto ciò che ogni giorno rende vivi quei fili, sottili ed invisibili, ma così reali e concreti, che ci connettono tutte e tutti in una grande comunità che fa della solidarietà il suo vero collante - commenta il presidente del Csv padovano Emanuele Alecci -. In quest’ottica va letto anche il report: seguendo quei fili invisibili, arrivando a scoprire dinamiche spesso nascoste e contaminazioni innovative che testimoniano sconfinamenti sempre più frequenti e certamente degni di interesse tra mondi percepiti come diversi ma che contribuiscono, ognuno con le modalità che gli sono proprie, alla ridefinizione di una grammatica di comunità”.
I dati parlano chiaro: il numero delle associazioni attive nella provincia è cresciuto nell'ultimo anno, secondo il rapporto sono 6.466 (erano 6.374 nel 2018). Anche l’incidenza del numero di organizzazioni sul totale della popolazione è aumentato, portando la presenza media a 0,7 associazioni ogni 100 abitanti (era 0,6 nel 2018). “Le aree di intervento si confermano quelle di carattere culturale e sportivo - spiega il Csv di Padova - , le quali coprono più della metà del totale; mantengono una presenza importante le associazioni di carattere sociale e socio-sanitario col 21 per cento del totale”. Il rapporto del 2019, inoltre, conferma quanto visto nell’anno precedente con “una netta preponderanza di associazioni che non si adoperano per un’utenza specifica, bensì offrono servizi alla cittadinanza senza distinzione”.
Il rapporto presentato oggi punta i riflettori anche sulle nuove forme di impegno sociale, dal volontariato individuale al ruolo di responsabilità sociale che anche il mondo profit sta assumendo con programmi di volontariato d’impresa e di welfare aziendale. “Da una parte emerge un fenomeno che vede soprattutto i giovani impegnati in attività socialmente rilevanti legate a cause dalla forte identità, in maniera non continuativa e spesso rifiutando gerarchie e organizzazioni strutturate - spiega il Csv di Padova -. Dall’altra si rileva un notevole aumento di imprese che, inizialmente solleticate dagli sgravi fiscali introdotti dalla legge di stabilità del 2016, successivamente hanno assunto consapevolezza dell’importanza della creazione di un sistema globale in cui profit e non profit concorrono al benessere collettivo della comunità con benefici reciproci”.
Nonostante le importanti evoluzioni del volontariato verso espressioni d’impegno innovative, secondo il Csv di Padova le associazioni strutturate faticano a dare spazio ai giovani. “Le 147 associazioni di volontariato e di promozione sociali indagate per realizzare il rapporto 2019 - spiega il rapporto - indicano che i componenti di età inferiore ai 46 anni, infatti, costituiscono soltanto il 17,2 per cento del totale e che sono le ragazze le più impegnate”. Tra le associazioni di volontariato analizzate, inoltre, solo sette hanno organi direttivi in cui uomini e donne sono equamente rappresentati. “Nelle restanti - spiega il rapporto - si nota una netta dicotomia tra associazioni che si avvalgono di componenti esclusivamente o principalmente maschi (82), ed associazioni esclusivamente o principalmente al femminile (52)”.
Dall’analisi del valore economico delle organizzazioni attive sul territorio, emerge ancora una volta la forte presenza di piccole associazioni, un dato che conferma quello rilevato negli anni precedenti. Le piccole associazioni, infatti, rappresentano il 76 per cento sul totale dei bilanci analizzati, mentre le associazioni di media entità crescono lievemente coprendo rispettivamente il 14 ed il 10% del totale. Andando ad analizzare la fonte di sostentamento principale, questa è costituita principalmente da contributi privati, indipendentemente dalla dimensione economica, ma “per le piccole e medie associazioni il peso dei contributi pubblici resta importante ricoprendo, rispettivamente, il 32 e 30% del totale - spiega il Csv di Padova - mentre per le grandi organizzazioni i contributi pubblici rappresentano il 21%”. La città di Padova, inoltre, si riconferma il capoluogo veneto più generoso per quanto riguarda il 5 per mille, ma l’importo medio per associazione è in diminuzione. “Le associazioni che beneficiano del 5 per mille sono 791 (in aumento) e anche i soggetti sono aumentati rispetto al 2016 - spiega il Csv di Padova -, ma la somma complessiva è nettamente inferiore con un conseguente abbassamento dell’importo medio ad associazione, che passa dai 9.300 ai 6.500 euro”.
Nel rapporto 2019 anche un bilancio sulle attività relative al Progetto Ria, il Reddito di inclusione attiva istituito in Veneto. “Rappresenta una delle manifestazioni con cui si concretizza l’impegno volontario - spiega il Csv di Padova -. Nel 2019 il Csv ha inserito 200 soggetti che hanno beneficiato del progetto Ria: il 60 per cento di questi è donna e in gran parte madre sola. La richiesta di un contributo economico tramite il progetto il Ria è legata al lavoro che non c’è: il 50 per cento è disoccupato e le maggiori aspettative espresse riguardano il “trovare lavoro” (30 per cento) e “l’acquisire nove abilità” (35 per cento). Il rapporto dedica, infine, un focus al tema del welfare aziendale con i contributi di quattro realtà con cui il Csv ha avuto contatti di diversa natura e che hanno applicato virtuosamente sistemi di welfare aziendale. Si tratta di aziende molto diverse tra loro sia per dimensione, che per struttura organizzativa, che per prodotto e segmento di mercato: Young Digitals (Padova, società di consulenza e studio creativo), Berto srl (Cittadella, forniture industriali), Voestalpine (Cittadella, consumabili per la saldatura), Lavazza (Torino, caffè).
La presentazione del rapporto prevista per oggi, 23 gennaio, infine, è anche l’opportunità per presentare il principale sponsor di Padova Capitale europea del volontariato 2020, ovvero il Gruppo Cattolica Assicurazioni. “Il mondo del volontariato e quello del terzo settore costituiscono un elemento di ricchezza per tutto il Paese - spiega Valter Trevisani, direttore generale del Gruppo Cattolica Assicurazioni -. Cattolica Assicurazioni è vicina a queste realtà, nella convinzione che solidarietà, sussidiarietà e gratuità concorrano a promuovere una società a misura d’uomo e orientata al bene comune. Modello che trova la migliore delle cornici possibili nel progetto “Padova Capitale Europea del Volontariato 2020” che abbiamo deciso di sostenere con convinzione, in veste di main sponsor”.