2 febbraio 2010 ore: 14:09
Immigrazione

Padova, rom e sinti integrati a scuola: il comune risponde all’opposizione

L'assessore all’Istruzione Piron fornisce i dati: "Gli studenti che attualmente frequentano gli istituti padovani sono 129, mentre lo scorso anno erano 114. I progetti di integrazione sono stabiliti per legge"
www.nenopolini.com Nomadi: campo rom Tirana. Bambini (5)

Foto di Nazzareno Polini

PADOVA – L’integrazione e il successo scolastico degli alunni sinti e rom sono possibili: lo dimostrano i dati diffusi oggi dal comune di Padova, in risposta alle recenti polemiche sollevate dall’opposizione – soprattutto leghista – sul costo dei progetti per questa parte di popolazione studente. Secondo i dati, infatti, oltre l’85% degli iscritti sinti e rom ha concluso l’anno scolastico 2008/2009 con l’ammissione alla classe successiva. Se si guarda all’anno precedente, la percentuale di successo era ferma a 74,26%. “L’opposizione deve capire che non si può fare campagna elettorale ogni giorno dell’anno – è il commento dell’assessore comunale all’Istruzione Claudio Piron – e deve chiedersi quanto costerebbe  tenere questi bambini in strada, da un punto di vista non solo economico, ma anche sociale e della convivenza”.
 
Ricordando che i progetti di integrazione di questo tipo sono stabiliti per legge e la loro attuazione non è dunque a discrezione del comune, Piron fornisce alcuni dati sull’entità e il costo dei servizi: le associazioni Opera nomadi e Aizo (associazione italiana zingari oggi) lo scorso anno hanno garantito 3.750 ore di assistenza agli studenti all’interno delle scuole, cui vanno aggiunte altre ore di difficile quantificazione destinate al contatto con le famiglie e con i servizi sociali. La spesa prevista per queste attività è di 85 mila euro, cui ne vanno aggiunti altri 26 mila per i servizi di trasporto dal campo San Lazzaro e 400 di contributo economico alle famiglie.

Complessivamente, gli studenti che attualmente stanno frequentando gli istituti padovani sono 129, mentre lo scorso anno erano 114 e l’anno ancora precedente 101. Secondo quanto sostenuto dal comune, non ci sarebbero sul territorio bambini che non ottemperano all’obbligo scolastico: l’aumento delle presenze sarebbe quindi spiegato con l’aumento di famiglie rom e sinti a Padova. Nel dettaglio, sono 11 i bambini inseriti nella scuola dell’infanzia, 73 in quella primaria, 37 alle medie e 8 in scuole superiori o in centri per la formazione professionale. “L’obiettivo – spiega Lucia Fantini, responsabile del settore Servizi scolastici – è di incrementare le presenze nelle scuole dell’infanzia e soprattutto alle superiori, per poter offrire agli studenti una prospettiva lavorativa migliore”.
E l’assessore Piron conclude: “E’ importante ricordare, in questo quadro, che la maggior parte di questi studenti sono italiani a tutti gli effetti, spesso da generazioni, e che sono stanziali. Ed è fondamentale chiedersi quali alternative ci possono essere a quanto fatto finora secondo l’opposizione: le deportazioni? Le liste? Le impronte digitali? Io non ci sto”. (gig)
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