1 marzo 2010 ore: 17:38
Società

Primo marzo, a Roma protesta contro la chiusura della Pisacane

L'istituto rischia di non poter attivare le prime classi elementari per rispettare il tetto del 30% di stranieri nelle classi. Trentanove gli iscritti per il prossimo anno scolastico, di cui solo il 30% non è nato in Italia. Petizione on line
Stefano G. Pavesi / Contrasto Scuola: Alunni della prima classe durante la lezione

Foto di Stefano G. Pavesi

ROMA – Trentanove iscritti alle prime classi del prossimo anno scolastico, di cui solo il 30% non è nato in Italia. E tutti hanno frequentato la scuola dell’infanzia. Sono le cifre fornite dall’Osservatorio antirazzista del Pigneto sulle iscrizioni alla scuola elementare Carlo Pisacane che conta quasi il 90% di bambini non italiani per cittadinanza anche se nati nella capitale. Con la campagna “Non uno di meno”, contro i provvedimenti del ministro dell’Istruzione Gelmini e dell’assessore comunale Laura Marsilio, l’Osservatorio territoriale ha effettuato una protesta davanti alla Pisacane all’uscita dei bambini dalla scuola. La manifestazione si colloca nell’ambito della Giornata del primo marzo per i diritti degli immigrati. L’iniziativa segue un’assemblea dello scorso 27 febbraio con la partecipazione del presidente del VI municipio Gianmarco Palmieri, in cui si esprimeva la contrarietà ai tetti alle iscrizioni, recependo le proteste degli insegnanti e dei genitori della scuola Carlo Pisacane. L’istituto rischia la chiusura per l’impossibilità di rispettare il tetto nella formazione delle classi dell’anno prossimo. “La circolare della Gelmini lascia margini per alzare il tetto qualora i bambini siano nati in Italia, ma l’Ufficio scolastico regionale e l’assessore Marsilio si sono espressi negativamente in questo caso”, affermano i manifestanti dell’Osservatorio antirazzista.

“Una scuola con tante nazionalità non fa un ghetto, fa una scuola multicultuarale, con una qualità elevata”, continuano gli autori di un manifesto con cui hanno tappezzato le strade del quartiere. Sul volantino, viene indicata una vera operazione di aritmetica che somma bambini romeni con senegalesi, pakistani e tante altre nazionalità. La provocazione serve a lanciare una raccolta di firme, in difesa della scuola, anche con una petizione on line. Sui gradini della Pisacane, gli attivisti hanno spiegato ad alcuni genitori stranieri spaventati all’idea di non poter più iscrivere i figli nella scuola che desiderano, che hanno il diritto di dire no al trasferimento. Tra le mamme della Pisacane c’è anche Lovely, una donna del Bangladesh, che ha un nipote nella scuola e ha deciso di iscrivere il figlio alla prima elementare, ma le è stato detto che le prime classi si potrebbero non formare. “Non voglio cambiare scuola, abito qui vicino e mio figlio ha già frequentato qui tutta la scuola dell’infanzia”. (rc)
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