21 novembre 2024 ore: 13:26
Società

Raid in Siria causa decine di morti, il governo accusa Israele

Sono almeno 36 le vittime di un bombardamento contro la città siriana di Palmira, nota per gli antichissimi siti archeologici. Lo riferiscono fonti del governo di Damasco, accusando l'esercito israeliano...

Sono almeno 36 le vittime di un bombardamento contro la città siriana di Palmira, nota per gli antichissimi siti archeologici. Lo riferiscono fonti del governo di Damasco, accusando l'esercito israeliano. Stando all'emittente Bbc, il governo israeliano si è rifiutato di commentare, affermando che "non interviene su notizie internazionali", mentre fonti dell'esercito non hanno rivendicato. L'organizzazione con sede nel Regno Unito Syrian Observatory for Human Rights (Sohr) riferisce di un bilancio molto più pesante: nell'attacco sarebbero morte 71 persone.

L'agenzia di stampa nazionale siriana Sana riporta un comunicato del ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati, in cui si legge: "L'entità sionista ha commesso oggi un crimine orribile a Palmira, che è costato la vita a 36 cittadini e ne ha feriti decine di altri nell'aggressione condotta da aerei israeliani, in cui sono stati colpiti numerosi edifici residenziali, causando danni materiali ad altri edifici e all'area circostante".

Il ministero continua accusando Israele di costituire una "seria minaccia" anche in Libano e Palestina, quindi accusa il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di inerzia, "dipendendo dal voto di un singolo Paese".

Il riferimento è al veto espresso anche in queste ore dagli Stati Uniti a una risoluzione che proponeva il cessate il fuoco a Gaza, insieme al rilascio immediato degli ostaggi israeliani.

Il Sohr invece, sostenendo di essere in contatto con una pluralità di fonti sul terreno, afferma che le vittime sarebbero state tutte combattenti legate a gruppi armati sostenuti dall'Iran. Quindi afferma che 45 morti sarebbero stati membri di gruppi siriani, mentre altri 26 sarebbero appartenuti a movimenti stranieri tra cui l'iracheno Al-Nujaba e il libanese Hezbollah. Tra i siti colpiti, ci sarebbe anche un deposito di armi.

Negli ultimi anni l'esercito di Israele ha compiuto centinaia di raid contro obiettivi in Siria, sostenendo che il Paese ospiti centri operativi e depositi di armi legati all'ala militare del partito libanese Hezbollah, sostenuto dall'Iran. Dal 7 ottobre 2023, gli scambi a fuoco tra Israele e Hezbollah si sono intensificati fino all'operazione militare su larga scala lanciata dalle forze di Tel Aviv contro il Libano degli ultimi mesi. Questo aggravarsi della crisi ha fatto parallelamente registrare raid anche in Siria, che non hanno risparmiato i civili. (DIRE)

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