Riabilitazione, cento pazienti amputati all’anno alla Fondazione S. Lucia
Terapia Occupazionale
“Grazie alle moderne tecniche interventistiche c’è un aumento della sopravvivenza per i pazienti colpiti – spiegano i ricercatori della Fondazione Santa Lucia -, ma l’associazione tra emiparesi e amputazione d’arto inferiore nello stesso paziente porta ad una condizione di grave disabilità rendendo più impegnativo e lungo il percorso riabilitativo, aumentando i costi e riducendo la possibilità di recupero dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana”. Diversi studi riportano la prevalenza di questa doppia disabilità tra l’8% e il 18%. “In quest’ultimo studio è stato indagato il destino di tali pazienti valutandoli dopo 3 anni dalla dimissione dalla Fondazione Santa Lucia. E’ emerso come in questi pazienti ci sia una riduzione del 13% dell’abilità motoria con la protesi e del 10% dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana. Circa il 23 % dei pazienti aveva sospeso l’uso della protesi. I fattori che maggiormente incidono sul precoce abbandono dell’uso della protesi e sulla riduzione dello status funzionale sono la presenza dell’amputazione in un emilato corporeo e della paresi nell’emilato contro laterale” viene spiegato. “Inoltre si è evidenziato come maggiore sia la severità dell’emiparesi e più alto sia il livello di amputazione minore è la probabilità di mantenere l’autonomia raggiunta dopo il trattamento riabilitativo”. Emerge anche che “se alcuni amputati tendono ad abbandonare l’uso della protesi, ben il 65% dei soggetti utilizza ancora la protesi per circa 4 ore al giorno 5 giorni alla settimana, dato che indica come sia fondamentale un buon trattamento riabilitativo anche in persone che presentano questa grave doppia disabilità”.
Il Centro per la cura, riabilitazione e protesizzazione dei pazienti amputati di arto inferiore è uno dei fiori all’occhiello della Fondazione Santa Lucia di Roma. Il reparto è nato una ventina di anni fa e ha ricoverato ogni anno da 90 a 100 pazienti, alcuni anche con amputazione di entrambi gli arti inferiori. In questi anni sono state ricoverate circa 1200 persone amputate, gran parte delle quali ha successivamente usufruito di controlli in regime ambulatoriale. Gli amputati, sia uomini che donne, affluiti alla sezione sono per il 65% amputati di coscia, 27% amputati di gamba, 8% biamputati; le cause di amputazione sono 30% vasculopatia aterosclerotica, 50% vasculopatia diabetica, 15% trauma, 5% neoplasia. Sotto la direzione del dottor Marco Traballesi, i pazienti svolgono cinque ore di riabilitazione al giorno, con attività individuali e di gruppo e supporto idrocinetico. Due volte a settimana viene effettuata la visita specifica per la valutazione della protesi, nella quale tutta l'equipe, in collaborazione con tecnici ortopedici specialisti, si confronta. “Attorno alla pratica quotidiana di cura ruota una intensa attività scientifica - spiega la Fondazione - che si caratterizza nella partecipazione a progetti di ricerca nazionali ed internazionali, nella partnership con altri Istituti e attività di ricerca finanziata dalle aziende produttrici delle componenti protesiche finalizzata alla valutazione dell’efficacia di nuove componenti”.