I dati del volume di Caritas/Migrantes. Rispetto al passato, gli italiani in Africa sono molto diminuiti: all’inizio del 1900 in Tunisia c’erano 90 mila italiani, oggi se ne contano 1.200. Sudafrica accoglie la collettività più numerosa (29.742 persone)
ROMA - Italiani in Africa. Il volume di Caritas/Migrantes focalizza anche sulle collettività italiane in Africa: “Se le migrazioni degli italiani si leggono congiuntamente alla venuta in Italia dei cittadini africani, possono funzionare da incentivo per una maggiore comprensione dei rispettivi universi culturali e religiosi” (a questo proposito anche l’intreccio immigrazione-cooperazione-sviluppo-presenza italiana può essere una pista operativa, ma ancora dai risultati insoddisfacenti). Nel dopoguerra, quando l’Italia potenziò il suo impianto produttivo, l’Africa rappresentò un’area privilegiata per le imprese cantieristiche e le maestranze italiane si recarono in tutti i Paesi africani, come del resto hanno fatto i missionari e gli operatori delle organizzazioni non governative per la cooperazione internazionale.
Ad aprile 2009 sono risultati iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero 52.232 persone in Africa, molto diminuiti rispetto al passato: all’inizio del 1900 in Tunisia vi erano circa 90.000 italiani, in prevalenza siciliani, mentre oggi se ne contano poco più di 1.200. Il Sudafrica accoglie la collettività più numerosa (29.742 persone), qualche Paese (Egitto, Tunisia, Marocco, Kenya, Etiopia) conta una presenza italiana di poche migliaia di persone e gli altri di poche centinaia o anche meno. Le principali regioni di origine sono il Lazio, la Lombardia, il Piemonte e il Veneto (tra le 5 e le 6mila presenze). (ep)