Un reddito minimo per tutti. Universale e individuale
Philippe Van Parijs
ROMA - Lo studioso belga Philippe Van Parijs, uno dei massimi esperti mondiali sul reddito di cittadinanza, docente a Lovanio e Harvard, è giunto oggi a Roma per un convegno alla Sapienza. Van Parijs teorizza un reddito universale e individuale, da dare a tutti indipendentemente dal reddito e dalle condizioni familiari. Non dunque una misura a sostegno dei soli poveri.
Lo studioso belga ha spiegato che la sua proposta di reddito minimo universale è molto diversa dalle sperimentazioni che sono state fatte in vari Paesi, come per esempio la Francia. Abbiamo chiesto Van Parijs quali sono gli elementi esenziali di differenza della sua proposta. "Il primo elemento è il carattere di universalità - afferma -. Si tratta infatti di un reddito pagato a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche e dalla presenza di altre fonti di reddito. Il secondo punto di differenza è che, in questo caso, non si chiede nessuna contropartita, ovvero verrebbe dato sia a chi lavora sia a chi non lavora, come studenti e casalinghe. E quindi non è un reddito legato all'eventuale disoccupazione. Terzo: si tratta di un reddito individuale, slegato quindi dalla situazione familiare. In genere, invece, dalle esperienze fatte in Belgio, Olanda e Francia la misura viene legata ai redditi familiari”.
Ma esperienze come la sua, sono mai state tentate? “C"è un esperimento – risponde -, in Alaska, dove si dà un reddito basso di circa 1500 dollari l’anno a tutti i cittadini, dagli 0 anni fino alla morte. Ma è un esperimento isolato e molto particolare”.
Ma chi dovrebbe elargire le risorse per questo reddito universale? Secondo lo studioso belga, è essenziale l’elemento fiscale, anche se si dovrà superare progressivamente il livello nazionale. Meglio il livello europeo di quello nazionale, ma “la mia utopia – dice – è che si arrivi un giorno ad un governo mondiale”.
Dal punto di vista politico e culturale, queste idee trovano ancora molta resistenza nello schieramento tradizionale della sinistra socialdemocratica, mentre in Europa chi ha mostrato attenzione a questo tema sono stati i Verdi (anche se con grandi contrasti interni), i liberali di sinistra e un’area del mondo cattolico. In particolare sono interessanti le esperienze che ci sono state in Austria tra i “cattolici di sinistra” che hanno sperimentato un rete di protezione e di solidarietà basato sul reddito universale. Un altro paese dove si sta sviluppando il dibattito su questi temi è l’Irlanda, in particolare per merito di un gruppo che si chiama “Cori”. E proprio a Dublino si terrà nel 2008 il congresso mondiale sul reddito minimo. Il precedente appuntamento c’è stato di recente in Sudafrica.
Tra le obiezioni emerse nel corso del convegno alla Sapienza, c’è stata quella sollevata da Laura Pennacchi, ex sottosegretario all’Economia, che ha messo in guardia sui pericoli che si corrono nel puntare solo sulle erogazioni monetarie. “Il problema principale – ha detto la Pennacchi – di questo periodo storico è costituito dai servizi”. (pan)