11 luglio 2011 ore: 14:43
Società

Videogioco sull'eutanasia presto in Italia

La storia di un ex militare, costretto su una sedia a rotelle, che tenta il suicidio e, in coma, viene aiutato a morire. Binetti: "Introduce la cultura della morte, non va venduto ai minori".
Eutanasia mani che si stringono

Eutanasia mani che si stringono

ROMA - Un videogioco sull'eutanasia, che sara' presto distribuito proprio nel mezzo del dibattito parlamentare sul biotestamento, provoca lo sdegno della deputata Udc, Paola Binetti. Intervistata durante l'ultima puntata di KlausCondicio, che ha mandato in onda il videogioco chiedendole un parere, l'esponente dell'Udc dice: "Propaganda la cultura della morte, per questo 'Euthanasia' non va venduto ai minori".  Il gioco, racconta Klaus Davi nel corso della puntata visibile su YouTube, "sara' presto distribuito nei principali negozi di videogiochi in una versione dvd particolarmente cruenta e, mentre una sua edition pc e' gia' disponibile on line, il produttore annuncia infatti la nuova versione. La trama e' particolarmente cruenta". 'Euthanasia', continua Davi, "e' edito da un abilissimo noto sviluppatore di videogame dal nome Serygala, racconta di Shaun Randall, un ex militare che, costretto su una sedia a rotelle dopo essere stato investito da un'auto mentre era in missione, tenta il suicidio. Caduto in coma, viene ricoverato in un ospedale psichiatrico militare dove un terapista decide di assecondarne le esplicite volonta' iniettandogli una soluzione che gli sara' fatale".  Per Binetti, "sono videogiochi violenti che hanno come obiettivo quello di introdurre la cultura della morte facendo leva sui consumatori sempre piu' giovani di videogiochi (secondo l'ultima indagine condotta dall'istituto di ricerca Swg per il Moige, un bambino su 4 comincia a giocarci all'eta' di 3 anni).  Quindi aggiunge di non "escludere che 'Euthanasia' favorisca l'aggressivita' interiore dei bambini. Non mi stupirei che un simile videogioco alimentasse forme di bullismo. Sappiamo tutti che queste forme esistono".
 
Paola Binetti sollecita un intervento delle Camere che regolamenti la vendita dei videogiochi ai minori: "Questo videogioco- spiega- come ilr ecente referendum in Svizzera, dimostra come ci sia un'offensivadi certe lobby. Al di la' delle forme di autoregolamentazione deiproduttori (come il codice Pegi, acronimo di Pan European GameInformation, introdotto nel 2003 allo scopo di indicare laclassificazione di un gioco a seconda della fascia d'eta'consigliata e del tipo di contenuto), va detto esplicitamente checerti videogiochi sono nocivi. Dovrebbe essere espresso ungiudizio molto chiaro e molto esplicito perche' un genitoredovrebbe sapere esattamente e con chiarezza che il semplice fattodi scrivere che e' 'pericoloso' potrebbe suscitare interesse".  E sull'ipotesi di una legge che vieti la vendita ai minori divideogiochi violenti, la parlamentare Udc risponde: "Sareifavorevole a una simile legge. Ma bisogna anche lavorare alivello culturale nell'ambito della formazione scolastica, dellafamiglia e dell'educazione".
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