Vivere con la Sla: senza assistenza i malati preferiscono morire - Video
Secondo le stime di Viva la vita onlus il comunicatore risulta spesso un privilegio: soltanto il 30% dei malati di Sla in fase avanzata, infatti, dispone di questo ausilio, altri sono ancora in attesa. E proprio per reclamare il proprio diritto a una vita dignitosa il 21 giugno scorso i malati di Sla hanno protestato davanti a Montecitorio. La manifestazione, organizzata dall’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica (Aisla), ha visto la partecipazione di oltre 250 persone, di cui circa 50 malati, provenienti da tutta Italia. Tra le richieste avanzate proprio quella dei comunicatori e degli altri ausili necessari. Da tre anni, infatti, le associazioni dei pazienti e dei loro familiari attendono lo sblocco del Decreto del presidente del consiglio dei ministri che prevede i Livelli essenziali di assistenza e il nuovo nomenclatore tariffario sulle protesi e sugli ausili. Attualmente, infatti, la situazione dei pazienti di Sla è estremamente difforme sul territorio italiano. “La Ragioneria di Stato ha bloccato il decreto impedendone di fatto il passaggio alla Conferenza Stato-Regioni per l’approvazione definitiva – ha dichiarato il presidente dell’Aisla, Mario Melazzini –. Senza lo sblocco dei Livelli essenziali di assistenza non è possibile garantire l’assistenza minima in modo omogeneo in tutte le regioni. Viene lasciato tutto alla buona volontà delle singole Asl”.
“In Italia la Sla colpisce 2-3 persone su 100 mila abitanti per un totale di 4.500 casi sulla popolazione italiana – afferma Mauro Pichezzi, presidente di Viva la vita onlus. – Non più del 25% delle persone colpite dalla Sla scelgono di fare la tracheostomia e la ventilazione assistita che gli consente di vivere, gli altri decidono di non continuare. E sono talmente tanti che è impossibile contarli, sono invisibili, spariscono. Eppure – precisa Pichezzi – quando i territori riescono a offrire un’assistenza adeguata la percentuale di chi sceglie di vivere aumenta fino al 50 e anche al 60%”. (ap)