Palermo, per la Settimana delle Culture la mostra “Viaggio nel vestire”
“L’abito è esempio di multiculturalità per eccellenza. La moda assorbe influenze da ogni dove, testimonia legami fra culture lontane in tempi e luoghi disparati. Semplici o complessi, gli indumenti diventano strumenti efficaci per la comunicazione fra culture diverse – scrive la Fondazione -, fino a rappresentare non solo l’estetica ma il bagaglio culturale che rappresentano. Al centro del Mediterraneo, il popolo siciliano ha da sempre fatto parte di un’identità più vasta, ha subìto influenze ed ha diffuso un certo gusto del vestire. La storia e le vicende che hanno animato nel corso dei secoli la vita del popolo siciliano, trovano testimonianza anche negli abiti, con i loro decori, i ricami, i tessuti, i modelli realizzati dalle esperte maestranze del luogo”. Gli abiti e gli accessori storici vanno da quelli più popolari a quelli delle famiglie nobiliari e dell'alta borghesia siciliana fino ad arrivare a quelli più etnici risalenti alla cultura mediterranea del Marocco, Tunisia, Albania e Turchia. La collezione, riflettendo il patrimonio storico-culturale siciliano ed entrando presto in un circuito internazionale, è stata esposta, negli anni, in diverse parti del mondo.
“Ho insegnato per molti anni della mia vita dedicando, nello stesso tempo, per 42 anni, anima e e corpo a questa collezione - afferma il prof. Raffello Piraino – per il profondo desiderio di tramandare questi reperti storico-artistici che rappresentano ancora un capitolo sano dell'economia nazionale. La moda è nata in Italia già nel trecento affinandosi nel '400 e '500 per essere poi ceduta alla Spagna e alla Francia. Questa, nella storia della cultura dei vari popoli, è stata sempre veicolo di prevaricazione di un paese su di un altro. La Sicilia, isola al centro del Mediterraneo, mostra la storia di un costume che è frutto della sua stratificazione culturale. Pertanto. non ha un'unica identità culturale, perché ha sempre assunto anche negli abiti quella dei diversi paesi che l'hanno dominata. La Sicilia, in passato ha avuto una grande tradizione tessile che, purtroppo, però, nel tempo si è perduta. L'ultima famiglia, che ha chiuso la sua produzione, lavorava il baco da seta e si trovava ad Itala un piccolo paesino in provincia di Messina”. “Ai giovani è importante tramandare questa cultura del passato - continua il prof. Raffaello Piraino – dove la mia generazione si è formata. Oggi andrebbe ripreso e valorizzato nuovamente il ricamo, il taglio ed il confezionamento degli abiti per continuare a mantenere viva la storia del costume senza guardare troppo e soltanto ciò che si produce all'estero. Il mio sogno, che spero di potere realizzare, è quello di aprire a Palermo un museo del costume permanente. E' bello e mi riempe di soddisfazione, comunque, vedere che oggi parecchi studenti universitari e delle accademie mi vengono a trovare per studiare parte della mia collezione di cui sono state fatte pure alcune tesi di laurea”.
L’esposizione, inserita nel circuito della X edizione della Settimana delle Culture, è stata allestita negli spazi esclusivi della Casa Museo del Costume Raffaello Piraino. La fruizione da parte del pubblico avverrà in presenza, secondo le normative vigenti Covid-19, con prenotazione on-line. Sono previste n° 6 visite guidate al giorno, per un totale di tre giorni, nelle date di venerdì 1 ottobre, sabato 2 ottobre, domenica 3 ottobre. Per accedere all’esposizione bisognerà esibire Green Pass o tampone molecolare (72 ore) o tampone rapido (48 ore) per informazioni: +39 327 5334961 - +39 338 2438443