ROMA – "Ridare una casa, ma soprattutto una
storia" alle famiglie senza dimora che vagano nella capitale: è l’obiettivo del progetto per l’emergenza freddo 2002 presentato oggi dalla Caritas diocesana presso il Poliambulatorio di via Marsala, accanto all’Ostello. “Senza casa, senza storia” è un’iniziativa “di prima accoglienza, rivolta ai bambini e le loro mamme trovati in strada”, spiega Roberta Molina, responsabile dell’area Ascolto e accoglienza. Infatti nel corso degli ultimi due anni, i volontari e gli operatori della Caritas impegnati nell’assistenza ai senza dimora hanno incontrato sulle strade sempre più famiglie con bambini: soltanto nei primi 10 mesi del 2002 le richieste di accoglienza arrivate alla Casa di Cristian (che ospita nuclei familiari in difficoltà) sono state 250, con una media di quasi una segnalazione al giorno. E il 9% delle domande proveniva da famiglie italiane.
Grazie a una rete che si sta costituendo in questi giorni tra le parrocchie romane, coordinata dalla Caritas diocesana, oltre 60 famiglie troveranno accoglienza notturna e diurna; inoltre i volontari contribuiranno a promuovere attività di intrattenimento e animazione dei minori non scolarizzati, le cui madri sono impegnate in attività lavorative. “Abbiamo registrato un coinvolgimento enorme da parte delle comunità parrocchiali – fa notare Molina -, anche nella disponibilità offerta dai giovani e nella raccolta di fondi, di generi alimentari di prima necessità”. Molte parrocchie faranno partire il progetto “durante le settimane di Avvento – ha precisato monsignor Guerino Di Tora, direttore della Caritas diocesana -, per dare al territorio un segno concreto di solidarietà. Proprio oggi è partita la lettera indirizzata a tutti i parroci, per sensibilizzare i fedeli sul problema e sul progetto che parte ufficialmente oggi”.
Inoltre da gennaio sarà inaugurato anche un appartamento nel quartiere Prenestino: verrà autogestito da 3 o 4 nuclei familiari – annuncia Molina -, che vivranno in autonomia ma saranno aiutati da volontari e operatori. Nella struttura andranno quelle famiglie “che hanno già compiuto un percorso di reinserimento e che sono passate dalla strada alla Casa di Cristian, una casa di accoglienza e di pronto intervento che può ospitare fino a 7 nuclei, aperta due anni fa”. Oltre alle parrocchie e al nuovo appartamento, la Caritas diocesana ha deciso anche di allestire, nei locali della struttura di Ponte Casilino, altri posti letto da offrire a 20 nuclei (madre e bambini) per il periodo invernale, con l’obiettivo di circoscrivere l’emergenza.
Una équipe socio-educativa, con funzione di Segretariato Sociale, raccoglierà tutte le segnalazioni e le richieste dirette dei nuclei, attraverso un servizio di ascolto telefonico al numero 06/7011990; gli operatori valuteranno i bisogni e le risorse della gestante o del nucleo, formulando progetti personalizzati mirati all’immediata riduzione del disagio, alla ripresa di contatti (se possibile) con la rete parentale o formale, alla promozione di un collegamento con i servizi sociali e sanitari competenti. Ma è “la partecipazione attiva delle parrocchie e dei tanti giovani che ne fanno parte” a rendere il progetto “davvero innovativo”, commenta Molina: “Oltre una difficoltà di reinserimento del nucleo, si riscontra spesso la resistenza del tessuto sociale ad accogliere chi è in difficoltà. La nostra società, così come è strutturata, è emarginante e discriminante già per chi possiede delle opportunità. Diventa feroce con chi è chiaramente svantaggiato. È questo l’obiettivo della collaborazione con le Parrocchie, che permetterà di mettere in campo azioni culturali che favoriscano l’integrazione e l’armonizzazione delle diversità in un contesto di riconoscimento reciproco, permettendo così ai nuclei di ria