Ricevuto dal Papa Renzo Ulivieri, guida tecnica della squadra di San Patrignano
BOLOGNA - Se il Papa è indeciso se tifare Italia o Argentina nell’amichevole in suo onore in programma domani all’Olimpico, Renzo Ulivieri, fresca guida della squadra di San Patrignano, non ha dubbi: tiferà per lo sport. Il mister di San Miniato, infatti, dopo la carriera da giocatore e quella da allenatore, si è reinventato guida tecnica del team della comunità di recupero di tossicodipendenti. In qualità di Presidente dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori di Calcio) è stato ricevuto questa mattina da Papa Francesco con le nazionali di Italia e Argentina. “Il Pontefice ha parlato di socialità, della necessità di ritrovare l’uomo e la sua dignità. Ma i valori che ha sottolineato non devono essere tratto distintivo solo di una religione, ma di una sensibilità comune”.
Renzo Ulivieri, classe 1941, dopo una carriera passata ad allenare decine di squadre, a tutti i livelli, dai dilettanti ai professionisti – curriculum più unico che raro nel calcio italiano – ha scelto di partecipare al nuovo progetto per la squadra di San Patrignano: ''L'Aiac è particolarmente sensibile a questi temi”. Il futuro della formazione della comunità non è mai stato così ricco di stimoli: un nuovo programma di preparazione in collaborazione con il mensile Il Nuovo Calcio (su cui terranno un blog per raccontare la loro quotidianità) e un serrato programma di allenamenti sotto la supervisione dell’allenatore Marcello Chianese e, una volta a settimana, di Renzo Ulivieri e di Vincenzo Pincolini, storico preparatore atletico di Milan, Inter e Dinamo Kiev.
Ulivieri racconta un obiettivo che include un dare e un prendere: dare le proprie competenze, prendere le esperienze degli atleti. L’Aiac sta lavorando in questa direzione: nel carcere di Potenza, per esempio, ha organizzato un corso di allenatore per i carcerati. Perché lo sport, quello vero, secondo il mister dovrebbe insegnare a camminare insieme tenendosi per mano. Secondo Ulivieri, lo sport altro non è che lo specchio dei nostri tempi. La droga è entrata nel calcio perché è nella società. Così il razzismo, l’omofobia: “La società non deve proporre chiusure: c’è troppa violenza, visibile o nascosta, tra le pieghe di comportamenti sbagliati. La diversità è un valore: solo le menti ottuse non lo capiscono, dando luogo a comportamenti che a me, sinceramente, fanno ribrezzo”.
In tutto ciò, l’allenatore è chiamato a dare il proprio contributo: la ricetta di Renzo Ulivieri prevede esempio e parole, normalità ed eccezionalità. Ai ragazzi di San Patrignano è chiesto di non sbagliare dal punto di vista comportamentale e lo staff deve fare altrettanto. E poi c’è il risultato, perché in campo ci si va sempre e comunque per vincere, che sia calcio dilettantistico o professionistico. (Ambra Notari)