12 febbraio 2009 ore: 11:02
Famiglia

Single adotta una ragazzina bielorussa dopo nove anni, divenuta maggiorenne

Si è chiusa la vicenda di Annalisa Dessalvi, la single cagliaritana che dal 1999 attendeva di poter adottare Natasha. Solo due giorni fa l'iter si è chiuso e la giovane ha potuto lasciare la Bielorussa con il nuovo cognome italiano

CAGLIARI – Nove anni per diventare madre e figlia. Natasha e Annalisa Dessalvi ora sono riuscite a completare l’iter per l’adozione internazionale, ma la ragazzina bielorussa ha dovuto attendere di diventare maggiorenne prima di poter prendere il nome italiano e arrivare definitivamente nel nostro paese. Sua madre, la prima single in Italia ad aver iniziato le pratiche per un’adozione internazionale nel 1999, ora è riuscita ha far valere la sentenza della Corte Costituzionale del 2005 che le assegnava il diritto all’adozione. “Sono la ragazza più felice del mondo – dice Natasha, 18 anni compiuti due giorni fa. Il giorno del suo compleanno ha preso l’aereo ed è atterrata in Italia, dicendo addio alla Bielorussia. Per lei è finito l’’incubo di infinite pratiche, ricorsi e controricorsi che dal 1999 ne frenavano l’adozione. “La Bielorussia mi rimarrà sempre nel cuore – racconta la ragazza – ma ho voluto venire subito in Italia da mia madre”.Dipolomatasi nella sua nazione, la giovane si è iscritta all’università: ma i titoli di studio non sono validi in Italia, tanto che ora dovrà sostenere nuovamente la maturità prima di potersi iscrivere in qualsiasi facoltà. “Non importa, la cosa importante è che tutto sia finito”.

 

“Ora il nostro sogno si è finalmente realizzato – chiarisce Annalisa Dessalvi, impiegata cagliaritana e pioniera delle adozioni per i single – ma vogliamo entrambe vederci chiaro sui ritardi e sul fatto che la mia adozione sia stata scavalcata da quelle di altri single presentate dopo la mia. Per questa ragione, con Natasha, abbiamo chiesto all’avvocato di accertare se esistano i presupposti perché qualcuno paghi se ha colpe”. Un amore esploso quando la bambina era piccolissima. “L’avevo accolta a casa mia quando ne aveva appena compiuto sei un soggiorno estivo terapeutico – racconta Annalisa, visibilmente emozionata – si è creato subito un legame enorme. Per quanto mi riguarda, vivevo benissimo la mia vita da single, con nessuna voglia di maternità, ma una volta conosciuta Natasha è esploso l’affetto”.

Ma c’è voluta una lunga battaglia legale per dare l’opportunità di adottare ad una donna non sposata, combattuta al fianco dell’avvocato Francesco Pisano che ha seguito i dieci anni di udienze. Il colpo di scena nel 2005, con la sentenza della Corte Costituzionale che le spiana la strada all’adozione, ma poi ci sono voluti ancora altri quattro anni. La sentenza, per essere definitiva, sarebbe dovuta essere notificata al tutore legale della bambina che stava in Bielorussia, aprendo un incidente diplomatico con rischi di ripercussioni delle autorità di Minsk.

“Se avessimo presentato quella richiesta – conclude Annalisa Dessalvi – avremmo corso il rischio di incrinare i rapporti tra Bielorussia e Italia, con ripercussioni sui soggiorni di migliaia di bambini che vengono ospitati ogni anno nel nostro Paese per soggiorni terapeutici”. Due giorni fa, compiuti 18 anni, Natasha ha perso il diritto alla tutela legale dello Stato che, in questo modo, non potrà più impugnare la sentenza di adozione. Ieri la ragazza è stata iscritta nello stato di famiglia di Annalisa Dessalvi, col nuovo cognome italiano. (fp)

 

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