21 luglio 2001 ore: 17:14
Economia

Solo una parte del corteo arriva al traguardo. La polizia carica e disperde i centomila rimasti indietro. In mezzo solo guerriglia e distruzione

GENOVA - Si valuta che solo un terzo del corteo del Gsf – che contava in totale circa 200 mila persone – sia riuscito a superare la zona degli incidenti, localizzata tra il lungomare e Corso Torino, e ad arrivare in piazza Ferraris intorno alle 16.00.
Il resto si è ormai spezzato in più punti. La parte rimasta indietro, la più consistente, è stata improvvisamente costretta a retrocedere dalle forze dell’ordine. Intorno alle 16.20, la polizia e la finanza hanno effettuato una vera e propria carica lanciando lacrimogeni tra la folla, spesso ad altezza d’uomo, e cercando di disperdere i manifestanti. I lacrimogeni sono stati sparati anche dall'alto, da balconate circostanti, mentre quasi tutti i manifestanti, tra cui esponenti dei centri sociali che in questa fase non hanno reagito, tenevano le mani alzate. In mezzo al corteo, a subire la pressione della polizia, fatta anche con manganellate, c’erano anche bambini e disabili in carrozzina. Coloro che erano davanti a questa parte del corteo hanno evitato di retrocedere improvvisamente per non causare incidenti chiedendo – non ascoltati - agli agenti di diminuire la pressione.
Alle 16.55, mentre il corteo stava tornando lentamente indietro, le forze dell’ordine hanno cercato di accelerare il deflusso con nuove cariche e manganellate su persone inermi e a mani alzate.
Gli agenti avevano effettuato la carica dopo che, poco prima, avevano bloccato corso Torino, impedendo in pratica alle due parti del corteo di potersi più ricongiungere. In mezzo ai due primi spezzoni si svolgeva – e continua a svolgersi - gran parte degli scontri con il blocco nero. Di quest’ultimo c’è da dire che le caratteristiche in qualche frangente sono diverse da ieri. In alcune zone degli scontri, i violenti sarebbero in grande maggioranza italiani, facevano parte del corteo in modo abbastanza riconoscibile (anche se a volto coperto) e sarebbero riconducibili più all’ala estremista dei centri sociali che al black bloc vero e proprio visto all’opera in precedenza. Nella zona di via Marconi, sono stati visti all’opera gruppi di ragazzi non più che sedici-diciassettenni, italiani.
Gli incidenti hanno avuto come teatro, oltre a Corso Torino, via Casaregis, piazzale Kennedy, Corso Italia e via Piave, via Marconi, oltre a piazza Rossetti. In queste vie, e in quelle limitrofe, i danneggiamenti sono stati ingentissimi, poco si è salvato di ciò che capitava davanti ai manifestanti, auto, negozi, banche, abitazioni (con diversi incendi).
Tutto questo, paradossalmente, avveniva mentre la grossa coda del corteo – più di 100 mila persone – era riuscita fino alla carica della polizia solo a sentire vagamente i rumori e vedere fumo senza sapere nulla dei dettagli. Dalla metà fino alla fine, insomma, nel corteo permaneva l’atmosfera distesa e festosa che aveva animato la partenza e la prima parte del percorso.
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