Brutto rientro dalle ferie estive per i volontari di Medici per i diritti umani di Firenze. Rubato un camper appena comprato che avrebbe dovuto entrare in funzione a settembre. L’appello dell’organizzazione
Gabriele Sartori (sartori.gabriele@yahoo.it)
Un ragazzo del servizio Medu (Medici per i diritti umani)
ROMA – Avrebbe dovuto essere la prima unità mobile di Firenze dei Medici per i diritti umani, un camper per portare assistenza a rom, rifugiati e senza dimora nei dintorni di Firenze, se non fosse che, neanche messo in strada, è stato rubato. A comunicarlo è la stessa organizzazione che, dopo aver fatto denuncia alle autorità competenti, lancia un appello per tentare di ritrovare il mezzo. Si tratta di un camper Mobilvetta Mercedes, di colore bianco con targa TO07289M. Era parcheggiato in via della Cupola a Firenze, di fronte al concessionario Caravanmec. I volontari lo avevano lasciato lì per fare i primi lavori di allestimento, ma al rientro delle ferie estive non l’hanno più trovato. Rubato, a pochi giorni dalla sua inaugurazione. “Avevamo fatto questo recente acquisto per l’assistenza dei senza fissa dimora dell’area di Firenze e di Sesto – ha spiegato Marco Zanchetta, di Medici per i diritti umani di Firenze -. Avrebbe dovuto iniziare a lavorare a pieno ritmo dai primi di settembre con interventi circoscritti alle comunità dei rom romeni nei loro insediamenti informali e ai rifugiati politici nelle case occupate. Ma dopo Ferragosto la brutta sorpresa. Abbiamo fatto denuncia, ma al momento non abbiamo notizie del mezzo. Per questo lanciamo un appello. Si tratta di un camper bianco, con delle onde stilizzate nella parte posteriore e sul fianco”.
Circa 8 mila euro il valore del mezzo, acquistato grazie alla solidarietà della comunità di Santo Stefano, che era quasi pronto per assistere i volontari nelle due uscite settimanali e nell’avvio di un lavoro di monitoraggio sul territorio fiorentino, attività svolte fino ad oggi con mezzi privati. A Firenze i volontari impegnati nell’organizzazione sono circa una trentina tra medici, ostetriche, psicologi e professionisti in ambito sociale. “I numeri delle persone interessate dai nostri interventi variano molto nel tempo – ha spiegato Zanchetta -. Assistiamo un campo rom con una ottantina di presenze, ma ci sono tante altre persone sparse a seguito dei provvedimenti di sgombero fatti dall’autunno scorso il poi. Per quanto riguarda i rifugiati somali, invece, si tratta di circa 150 persone assistite”. (ga)