Stati vegetativi, (oltre) vent'anni di Casa dei risvegli: festa con Bergonzoni a Bologna
Il 7 ottobre 1997 "Luca si svegliò dopo otto lunghi mesi di coma e stato vegetativo in Austria, dove era stato ricoverato in un centro di eccellenza" grazie ad una gara di solidarietà. Quel giorno, prima della scomparsa del giovane l'8 gennaio 1998, "è diventato un simbolo che attraverso la sua storia interpreta il bisogno di migliaia di familiari che vivono situazioni simili e chiedono anche adeguamenti a una realtà che cambia". Così Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma "Gli Amici di Luca", e papà di Luca, annunciando oggi (con la mamma di Luca, Maria Vaccari) la nuova "Giornata nazionale dei risvegli per la ricerca sul coma", in collaborazione tra gli altri con Curia di Bologna e Istituto di Montecatone. L'iniziativa, illustrata in conferenza stampa in Comune, è giunta alla sua 26esima edizione, sotto l'alto patronato della presidenza della Repubblica, e tra sei giorni si riparte quindi col tradizionale open day alla Casa dei Risvegli. Alla sera, al Teatro Duse, non mancherà il testimonial Alessandro Bergonzoni, con uno show-flshmob che coinvolgerà "molti dei protagonisti del mondo dello spettacolo che ci hanno accompagnato in questi anni, 'On the moon' e 'Progeto Oz', frutto dei laboratori teatrali frequentati" nella speciale Casa, annuncia De Nigris. Prima, domenica 6 ottobre, si terrà un anticipo con una festa in piazza Maggiore con la partecipazione di tante associazioni che hanno collaborato al percorso ventennale, come Csi e Avis, tra attività ludico-motorie e sensibilizzazione. Lo slogan che tiene banco per i vent'anni della Casa è "Completamente guariti? Perfettamente curati!", a conferma che nel centro ogni terapia di riferimento è garantita.
Come spiega il direttore generale dell'Ausl Paolo Bordon in conferenza, cui si affaccia per un saluto anche l'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini, sono 500 i pazienti che in questi vent'anni hanno frequentato la Casa dei risvegli, sempre accolti dunque all'insegna delle cure migliori. Del resto, ricorda il direttore scientifico della Fondazione Gli Amici di Luca, Roberto Piperno, l'esperienza in ballo è innovativa non da oggi: già nel 2017 è stato costruito il primo percorso strutturato in Italia per le gravi cerebrolesioni acquisite, secondo il modello "coma to community". (DIRE)