19 settembre 2009 ore: 19:04
Immigrazione

Storie di venditori di spiaggia

"Gli affari migliori? Li fai a Riccione assicura Modou, 35 anni, senegalese, dall'estate del 2000 affezionato frequentatore della riviera romagnola-. Lì sono ricchi, ti comprano tutto". Modou è una delle migliaia di venditori ambulanti che, durante l'estate, seguono gli italiani sulle spiagge. Senegalesi, nord-africani, cinesi e cingalesi che si dividono il mercato abusivo di CD, merce contraffatta e firmata (borse, occhiali, cinture) o piccoli oggetti (braccialetti, accendini, giocattoli). Secondo Confesercenti, il "più grande mercato abusivo del mondo": nel solo tratto di costa compreso tra Cervia e Ravenna, ogni giorno estivo l'attività degli abusivi, organizzati in 3 mila postazioni di vendita, frutterebbe almeno 520 mila euro, tutti esentasse. Contestati dai commercianti, braccati dalle forze dell'ordine, di solito amati dai bagnanti, i "vu cumprà" sembrano però lontani dal loro declino. Tanto che la scorsa estate sono spuntate nuove, forse inquietanti figure: il massaggiatore da ombrellone (cinesi) e l'esperto di tatuaggi (cingalesi). "Vendere sulla spiaggia è difficile -spiega Modou-. Innanzi tutto costa: se vai al mare ti aumentano le spese. Devi continuare a pagare l'affitto della casa in città. Non puoi permetterti di perderlo, perché un domicilio sicuro significa mantenere il permesso di soggiorno. In più devi pagare l'affitto della casa al mare. E spesso trovi un posto molto lontano dalla spiaggia; allora bisogna organizzarsi e trovare un'automobile per gli spostamenti, pagare la benzina e l'assicurazione... In più c'è la famiglia in patria, cui bisogna continuare a mandare i soldi". Modou, in Senegal, "tiene" una famiglia di più di 10 persone: la mamma, due mogli, un figlio, i fratelli, la sorella. "Vendo sulle spiagge di Rimini, Riccione, Cattolica, Missano racconta Modou-. Sono stato anche a San Benedetto del Tronto". La vita di un "vu cumprà" ha lo stesso ritmo di quella di un bagnante: Modou arriva in spiaggia alle 10 sincronizzato con l'afflusso del popolo degli ombrelloni. Smette di lavorare all'una del pomeriggio, quando le famigliole accaldate tornano a casa. Si rimette a dribblare sedie a sdraio e castelli di sabbia verso le 15, sfruttando l'onda dei turisti pomeridiani che si sgonfia alle 17. "A volte dopo cena vado sulla passeggiata, anche lì c'è gente, si vende fino a mezzanotte spiega-. È più facile vendere al mare. In città la gente è stressata, qui è tranquilla". Vendere sulla spiaggia è fatica: "Cammini chilometri e chilometri continua Modou-. Devi andare sempre avanti, per incontrare gente nuova. Ogni giorno devi cambiare località: una volta a Rimini, una a Cesenatico, una a CattolicaS e puoi tornare solo dopo una settimana; quando i turisti sono cambiati; se ti vedono due volte non va bene". Fare la vita del vu cumprà significa anche avere paura. "La cosa brutta sono i controlli racconta Mana, 31 anni, materassaio di Milano. Da giugno a settembre, fino allo scorso anno, vu cumprà al Lido degli Estensi-. La polizia viene anche in borghese, sembrano clienti normali. Mettono un piede sulla roba e fanno vedere il distintivo. Poi requisiscono tutto. A Ferrara è capitato che la polizia sia venuta in casa, la mattina prima dell'alba, per controllare la gente: chi non ha i documenti è portato in questura. Impronte digitali e foglio di via". L'estate scorsa, dalla Sardegna alla costa Adriatica, sono stati decine i controlli di questo tipo. Condotti spesso da gruppi interforze di Polizia, Finanza, vigili e capitaneria di porto. Morale: fermi e sequestri funzionano solo se non vengono effettuati in spiaggia dove i bagnanti se la prendono con la polizia e difendono gli ambulanti. "Ci salvano le signore anziane -conferma Mana-. Dicono ai vigili di lasciarci in pace, che stiamo lavorando".

(Fonte: "Terre di Mezzo")
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