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"Gli affari migliori? Li fai a Riccione assicura Modou, 35 anni,
senegalese, dall'estate del 2000 affezionato frequentatore della riviera
romagnola-. Lì sono ricchi, ti comprano tutto".
Modou è una delle migliaia di venditori ambulanti che, durante l'estate,
seguono gli italiani sulle spiagge. Senegalesi, nord-africani, cinesi e
cingalesi che si dividono il mercato abusivo di CD, merce contraffatta e
firmata (borse, occhiali, cinture) o piccoli oggetti (braccialetti,
accendini, giocattoli). Secondo Confesercenti, il "più grande mercato
abusivo del mondo": nel solo tratto di costa compreso tra Cervia e Ravenna,
ogni giorno estivo l'attività degli abusivi, organizzati in 3 mila
postazioni di vendita, frutterebbe almeno 520 mila euro, tutti esentasse.
Contestati dai commercianti, braccati dalle forze dell'ordine, di solito
amati dai bagnanti, i "vu cumprà" sembrano però lontani dal loro declino.
Tanto che la scorsa estate sono spuntate nuove, forse inquietanti figure:
il massaggiatore da ombrellone (cinesi) e l'esperto di tatuaggi (cingalesi).
"Vendere sulla spiaggia è difficile -spiega Modou-. Innanzi tutto costa: se
vai al mare ti aumentano le spese. Devi continuare a pagare l'affitto della
casa in città. Non puoi permetterti di perderlo, perché un domicilio sicuro
significa mantenere il permesso di soggiorno. In più devi pagare l'affitto
della casa al mare. E spesso trovi un posto molto lontano dalla spiaggia;
allora bisogna organizzarsi e trovare un'automobile per gli spostamenti,
pagare la benzina e l'assicurazione... In più c'è la famiglia in patria,
cui bisogna continuare a mandare i soldi". Modou, in Senegal, "tiene" una
famiglia di più di 10 persone: la mamma, due mogli, un figlio, i fratelli,
la sorella. "Vendo sulle spiagge di Rimini, Riccione, Cattolica, Missano
racconta Modou-. Sono stato anche a San Benedetto del Tronto".
La vita di un "vu cumprà" ha lo stesso ritmo di quella di un bagnante:
Modou arriva in spiaggia alle 10 sincronizzato con l'afflusso del popolo
degli ombrelloni. Smette di lavorare all'una del pomeriggio, quando le
famigliole accaldate tornano a casa. Si rimette a dribblare sedie a sdraio
e castelli di sabbia verso le 15, sfruttando l'onda dei turisti pomeridiani
che si sgonfia alle 17. "A volte dopo cena vado sulla passeggiata, anche lì
c'è gente, si vende fino a mezzanotte spiega-. È più facile vendere al
mare. In città la gente è stressata, qui è tranquilla".
Vendere sulla spiaggia è fatica: "Cammini chilometri e chilometri continua
Modou-. Devi andare sempre avanti, per incontrare gente nuova. Ogni giorno
devi cambiare località: una volta a Rimini, una a Cesenatico, una a
CattolicaS e puoi tornare solo dopo una settimana; quando i turisti sono
cambiati; se ti vedono due volte non va bene".
Fare la vita del vu cumprà significa anche avere paura. "La cosa brutta
sono i controlli racconta Mana, 31 anni, materassaio di Milano. Da giugno
a settembre, fino allo scorso anno, vu cumprà al Lido degli Estensi-. La
polizia viene anche in borghese, sembrano clienti normali. Mettono un piede
sulla roba e fanno vedere il distintivo. Poi requisiscono tutto. A Ferrara
è capitato che la polizia sia venuta in casa, la mattina prima dell'alba,
per controllare la gente: chi non ha i documenti è portato in questura.
Impronte digitali e foglio di via".
L'estate scorsa, dalla Sardegna alla costa Adriatica, sono stati decine i
controlli di questo tipo. Condotti spesso da gruppi interforze di Polizia,
Finanza, vigili e capitaneria di porto. Morale: fermi e sequestri
funzionano solo se non vengono effettuati in spiaggia dove i bagnanti se la
prendono con la polizia e difendono gli ambulanti. "Ci salvano le signore
anziane -conferma Mana-. Dicono ai vigili di lasciarci in pace, che stiamo
lavorando".