Film sotto le stelle per i detenuti dell'antico carcere di Palermo
PALERMO - Film sotto le stelle per tutti i detenuti dell'antico carcere dell'Ucciardone di Palermo. Per il sesto anno consecutivo il centro di accoglienza Padre Nostro e la direzione della Casa Circondariale del "Ucciardone" organizzano la manifestazione cinematografica dal titolo "Nuovissimo Cinemissimo Paradisissimo 6" che vede impegnati i volontari del centro all'interno del carcere Ucciardone. Sono previste quattro proiezioni serali, da oggi al 30 agosto.
La rassegna cinematografica si svolge non all'interno del teatro del carcere che può contenere soltanto 60 persone ma nelle aree esterne di passeggio delle varie sezioni carcerarie che possono avere una partecipazione variabile che va da 50 ad un massimo di 200 persone. Il centro fornisce un videoproiettore che con l'aiuto degli stessi detenuti viene trasferito da un punto all'altro della casa di reclusione per dare a tutti la possibilità di partecipare. Durante la pausa del film ai detenuti viene offerto il gelato.
"Siamo i primi in tutta Italia per la forma in cui avviene l'iniziativa che non è in un ambiente chiuso ma nell'area esterna alle sezioni. Continuiamo nel solco del nostro fondatore, il beato Giuseppe Puglisi, che nel suo mandato pastorale aveva un'attenzione particolare per i detenuti e le loro famiglie - afferma Maurizio Artale, presidente del centro Padre Nostro -. Per una sera regaliamo ad ogni detenuto la possibilità di guardare un film ed ammirare le stelle nella speranza di vedere un giorno brillare anche quella della loro vita. L'emozione dei detenuti è davvero notevole perché escono per l'ora d'aria soltanto di giorno e mai la sera".
Tra le altre iniziative, da diversi anni il centro prende in carico i detenuti in esecuzione penale che devono scontare pene inferiori a tre anni o massimo quattro anni. All'interno del centro Padre Nostro i detenuti si dedicano a varie attività di volontariato. Da poco il centro sta portando avanti un progetto di fattoria sociale in un terreno molto ampio con alberi da frutta donato dalle suore di San Massimiliano Kolbe di Bologna in cui già è all'opera un detenuto per la bonifica dell'area. A lui si aggiungeranno a breve altri due detenuti e poi un altro ancora che, vorrebbe portare vanti un allevamento di alcuni animali come gli asini da cui ricavare il latte d'asina. "Se il progetto dovesse mettersi a regime - aggiunge Artale - riuscendo a reperire i fondi necessari potremmo prendere circa 10 persone prima come detenuti in attesa di scontare la pena e poi come collaboratori assunti a contratto. Sarebbe per noi una grande soddisfazione perché non si parlerebbe più di lavori socialmente utili ma di reinserimento sociale vero e proprio. Sull'esempio del beato Puglisi potere dare un futuro a queste persone sarebbe un grande passo in avanti".
Inoltre per quasi tutti i detenuti stranieri che non avendo parenti non ricevono i permessi premio il centro permette di chiederli da loro dove per uno o più giorni, a discrezione del magistrato, possono trascorrere il tempo dedicandosi a varie attività ricreative come quelle presso il centro sportivo polivalente. "Riusciamo ad avere da tre a quattro detenuti stranieri a settimana previa autorizzazione dell'educatore dopo un opportuno periodo di percorso - continua Maurizio Artale - e ci fa piacere renderci utili anche in questo modo. Per un poco di tempo, gli immigrati mangiano con noi partecipando ai vari momenti di vita del centro. Tra le belle esperienze abbiamo assunto da un anno e mezzo part-time una donna polacca che entrata da noi come detenuta in attività di volontariato e poi rimasta, dopo avere scontato la pena, per le attività di pulizia in una nostra casa rifugio per donne vittime di abuso e maltrattamenti". Inoltre ci sono altri tre detenuti che prestano servizio presso il centro sportivo polivalente e un ergastolano. Anche un altro detenuto dopo avere espletato un anno di servizio nel centro adesso è stato assunto come giardiniere.
Non mancano però le esperienze molto amare come quello del progetto "Al Bab la nuova porta di Palermo" approvato da regione e comune, in un'area che aveva in gestione il centro da 7 anni. In questi anni, infatti, il centro Padre Nostro si è occupato di riqualificare tutta l'area archeologica con relativa passerella per i turisti a proprie spese investendo circa 300 mila euro e avvalendosi anche della manodopera di alcuni detenuti. L'area nella quale era prevista pure la nascita di un teatro all'aperto era stata inaugurata ufficialmente due anni fa con la presenza delle istituzioni. "Per un nulla osta necessario per potere continuare le nostre attività la sovrintendenza ai beni culturali ha risposto anziché per legge entro i 45 giorni, dopo quasi un anno al comune e al nostro avvocato - sottolinea ancora Maurizio Artale - dicendo che avevano smarrito i documenti. Ci chiediamo pure come mai per questo grave ritardo il comune non sia intervenuto nei confronti della sovrintendenza. Tutto questo è vergognoso perché in tutto questo tempo è rimasto tutto fermo. Fino al 27 luglio, nonostante tutto, abbiamo continuato a gestire l'area ma adesso, scoraggiati e arrabbiati per questa negligenza di comune e regione insieme, abbiamo deciso di lasciarla. E' un grande fallimento e purtroppo già sappiamo che sono pure entrati degli abusivi e questo ci rammarica tantissimo perché anche in questa area si sarebbe potuto fare tanto pure per il reinserimento sociale di due detenuti che già vi collaboravano e di altri ex detenuti ma l'inerzia delle istituzioni ha preso il sopravvento. Di questa situazione ho informato pure il ministro Franceschini ma senza finora una risposta". (set)