L’azienda che fa affari dentro le scuole. "Grazie al messaggio sociale"
ROMA – Comprare un libro per aiutare i bambini in ospedale e i volontari che sono al loro fianco: è questo l’obiettivo dichiarato del progetto che, da diversi anni, sta penetrando in alcune scuole di tutta Italia, tramite la casa editrice GeaBooks e alcune associazioni che operano nei reparti pediatrici degli ospedali. Concretamente, si presentano all’interno della scuola delle persone, con un volantino commerciale che pubblicizza i libri in vendita e, su un lato, riporta alcune informazioni su un’associazione di volontari in pediatria, che sarà beneficiata dalle vendite. Può essere Abio, o Fondazione Sorrisi, o Theodora onlus, o Mio figlio onlus, perché queste sono le fondazioni coinvolte dall’azienda. Nel volantino sono chiaramente indicati i prezzi di ciascun libro: libri didattici o ludici, non commercializzati tramite libreria, ma solo on line o tramite banchi presso fiere e mercati. Ai bambini viene spiegato che, se il giorno successivo torneranno con l’importo necessario all’acquisto, potranno portarsi a casa il libro e un gadget: e i loro soldi serviranno ad aiutare un bambino come loro, che si trova in ospedale.
Fortini espugnabili
Una iniziativa insolita nel panorama delle alleanze tra imprese private e organizzazioni non profit, in particolare perché coinvolge direttamente le scuole, di solito fortini inespugnabili e impenetrabile anche da parte di associazioni accreditate, che offrono i propri servizi e le proprie competenze di solito gratuitamente. E che invece, in questo caso, con il benestare delle dirigenze scolastiche, aprono le proprie porte permettendo a “esterni” di arrivare fin dentro le aule scolastiche per vendere.
Cosa dice Geabooks
“Dal 1977 vendiamo libri, dal 2003 collaboriamo con alcune fondazioni che operano nei reparti pediatrici. Oggi vendiamo principalmente on line e tramite le scuole: il 30-40% del nostro fatturato proviene dal progetto con le fondazioni”: a raccontare la storia, le modalità e le dimensioni del sostegno che GeaBooks offre alle associazioni di volontariato tramite la vendita nelle scuole è lo stesso presidente dell’azienda, Giuseppe Casciano. “Contattiamo circa 80 scuole ogni anno, ma possiamo arrivare anche a mille. Quelle che aderiscono sono tra 200 e 400, purtroppo in questi anni c’è un calo nelle adesioni. Difficile dire quanti libri riusciamo a vendere in questo modo, ma certamente molti: il fatto che dietro la vendita ci sia un messaggio sociale e la possibilità di fare beneficienza certamente ci aiuta a entrare nelle scuole e spinge le famiglie ad acquistare. Alle fondazioni destiniamo tra il 10 e il 12%: in media, un’associazione può ricevere da noi circa 12 mila euro. E poi, grazie al volantino che distribuiamo in tutte le scuole contattate, l’associazione acquista visibilità”. In sintesi, all’associazione vanno circa 12 mila euro, all’azienda quasi 90 mila.
Associazione che va…
Quest’anno, tra le associazioni affiliate al progetto, c’è anche Abio (associazione Bambini in ospedale), che ha chiesto un contributo fisso su cui poter contare (circa 1.000 euro) e il 12% del fatturato complessivo. Il logo dell’associazione, piuttosto conosciuta e accreditata, insieme ad alcune informazioni sull’attività dei volontari, figura sul retro del volantino della GeaBooks, su cui sono pubblicizzati i libri in vendita. Per il momento, è attivo anche l’accordo con la Fondazione sorrisi di Napoli, che però non nasconde qualche perplessità. “Siamo in contatto con l’azienda da fine maggio – spiega il presidente, Davide Dell’Aquila – ma abbiamo già avuto problemi, per cui abbiamo deciso che a gennaio interromperemo la collaborazione. Primo, quello che ci danno è molto poco: circa 400-500 euro al mese. Ci proponevano il 10% delle vendite, ma noi come facciamo a controllare quanto effettivamente vendano? Così ci siamo accordati per un fisso mensile”. I problemi, però, non sono tanto di ordine economico: “I rappresentanti di GeaBooks fingono a volte di essere nostri volontari: sono disposti a tutto, pur di vendere, perché quello è il loro mestiere. E questo per noi è molto grave, rischia di compromettere l’immagine della nostra associazione. Tra l’altro, vanno a vendere con il nostro nome anche nelle scuole del Nord, mentre i nostri volontari operano solo al Centro-sud. Così, è accaduto che mi abbiano chiamato da Varese, o da Parma, per avere spiegazioni. Ci siamo confrontati anche con altre associazioni, che in passato hanno collaborato ma che poi hanno deciso di interrompere il rapporto: anche loro hanno avuto problemi e ci hanno dato indicazioni utili su come comportarci”.
…associazione che viene
Più prudente e ottimista Abio: “GeaBooks è un’azienda e fa il proprio lavoro: vendere – commentano dall’ufficio comunicazione - Noi abbiamo molti progetti come questo, in cui il profit ci sostiene attraverso contributi che rendono possibile la realizzazione dei nostri progetti. E’ presto per valutare, la collaborazione è appena iniziata”. Certo che, per arrivare a vendere all’interno di una scuola, serve un valido “lasciapassare”: e queste associazioni, con i bambini in ospedale di cui si prendono cura, sembrano proprio adatte allo scopo… (cl)
Dopo la pubblicazione di questo articolo, la Fondazione Sorrisi ha inviato alla redazione la seguente precisazione, a firma del presidente Davide Dell'Aquila:
"Le nostre perplessità sono svanite, perché ci siamo resi conto che abbiamo a che fare con un’azienda seria che opera onestamente da 35 anni nel suo settore. Abbiamo risolto anche il problema con un loro venditore, che è stato pure allontanato dalla Gea Books. I rapporti con la ditta pugliese, dopo tante verifiche fatte per non mettere in dubbio la nostra serietà, sono iniziati a fine maggio. All’inizio ci proposero una percentuale sulla vendita, però ci concordammo per un fisso mensile di 500 euro, che ci permette di portare avanti le nostre iniziative in ospedale ed a finanziare un progetto dell’associazione. Per ora bisogna solo ringraziarli per averci scelto, anche se abbiamo un accordo fino a dicembre 2014, dove tireremo le somme di questa collaborazione, e speriamo entrambi di trovare un accordo anche per il 2015".
(modificato: 7/11/2014 ore 14.53)